Monsignor Rudolf Voderholzer si e’ rivolto ai fedeli dopo la pubblicazione, il 18 luglio, del “Rapporto sui casi di violenza” sui piccoli cantori del coro di Regensburg: nella sua parte piu’ consistente e’ fatto dalle descrizioni, spiega il vescovo. Sono fatti risalenti agli anni ’60 e ’70, ma alcuni casi sono del 1992. “Chi legge queste descrizioni puo’ solo provare orrore e sbigottimento”, perche’ le violenze corporali sui bambini, in molti casi fin dall’eta’ prescolare, erano “ben superiori” ai “ceffoni” che costituivano all’epoca una misura punitiva accettata; perche’ bimbi e ragazzi sono stati abusati sessualmente; perche’ molti “vivevano in un costante terrore” di punizioni “arbitrarie e imminenti” e perche’ molti, ancora oggi soffrono per le “umiliazioni subite”. “Isolamento”, “barriere comunicative” e “omissioni” da parte dei responsabili politici ed ecclesiali sono alcune delle circostanze che l’hanno reso possibile, spiega il presule che promette azioni concrete della diocesi per aiutare le vittime e annuncia che “altri due studi dovranno chiarire ulteriormente i contesti storici e sociologici” delle vicende consumatesi negli anni ’60 e ’70 nelle scuole frequentate dai piccoli.
Nella lettera, il vescovo chiede aiuto perche’ “tutti coloro che sono stati vittime di violenze o abusi sessuali in altre istituzioni ecclesiastiche e che fino ad ora non lo hanno ancora segnalato, trovino il coraggio di fidarsi di noi”, perche’ “possano sperimentare riconoscimento e giustizia, e trovino aiuto”. Una parte del Rapporto infatti riferisce di come siano stati affrontati i casi noti soprattutto dopo il 2010, quando la diocesi ha messo in funzione misure, strutture e persone che si occupano non solo dei casi di abusi sessuali, ma anche di violenze fisiche. La diocesi continuera’ a impegnarsi per le vittime con sostegni economici e psicologici identificati alla luce delle conclusioni dei nuovi studi. Quanto alla prevenzione di questi fenomeni criminali e cioe’ alla tutela dei bambini e ragazzi, assicurando che “molto e’ stato fatto” nel Coro e nelle scuole, internati e asili, il vescovo chiede “sostegno” per altre iniziative per prevenire e identificare tempestivamente simili casi. “Sostenere i bambini ei giovani, testimoniare la fede con la parola e con l’esempio, ma anche imparare da loro, questo e’ il nostro compito per il futuro”.
La lettera, infine, riconosce l’onesta’ e l’impegno dell’avvocato Ulrich Weber che ha redatto il Rapporto. “Il contributo piu’ importante a questo lavoro e’ stato dato dalle persone coinvolte. A loro va il mio sincero ringraziamento perche’, nonostante la sofferenza vissuta, si sono messi in contatto con i rappresentanti della diocesi, e in particolare con il signor Weber”, nella lettera dedicata dal vescovo di Ratisbona ad un “tema molto serio che in questi giorni agita molti”, cioe’ la pubblicazione del Rapporto conclusivo, curato dall’avvocato , sui casi di violenze sui piccoli cantori del Regensburger Domspatzen, il rinomato coro di voci bianche della diocesi. E’ la “fine di un lavoro compiuto da un avvocato indipendente su incarico della diocesi” per “documentare” gli atti di violenza che si sono consumati, “fare luce” sulle “strutture” e i “contesti” che hanno “reso possibili o addirittura favorito” questi atti e “valutare” il lavoro che la diocesi dal 2010 sta gia’ compiendo a riguardo. Si tratta di risultati “difficili da digerire anche per noi”, confessa il vescovo, ma il rapporto e’ stato accolto positivamente sia da “alcune vittime”, che hanno detto che “il rapporto li aiutera’ a mettere pace in questo doloroso capitolo della loro storia”, sia dalle autorita’ competenti del Governo Federale.
Nella lettera, il vescovo chiede aiuto perche’ “tutti coloro che sono stati vittime di violenze o abusi sessuali in altre istituzioni ecclesiastiche e che fino ad ora non lo hanno ancora segnalato, trovino il coraggio di fidarsi di noi”, perche’ “possano sperimentare riconoscimento e giustizia, e trovino aiuto”. Una parte del Rapporto infatti riferisce di come siano stati affrontati i casi noti soprattutto dopo il 2010, quando la diocesi ha messo in funzione misure, strutture e persone che si occupano non solo dei casi di abusi sessuali, ma anche di violenze fisiche. La diocesi continuera’ a impegnarsi per le vittime con sostegni economici e psicologici identificati alla luce delle conclusioni dei nuovi studi. Quanto alla prevenzione di questi fenomeni criminali e cioe’ alla tutela dei bambini e ragazzi, assicurando che “molto e’ stato fatto” nel Coro e nelle scuole, internati e asili, il vescovo chiede “sostegno” per altre iniziative per prevenire e identificare tempestivamente simili casi. “Sostenere i bambini ei giovani, testimoniare la fede con la parola e con l’esempio, ma anche imparare da loro, questo e’ il nostro compito per il futuro”.
La lettera, infine, riconosce l’onesta’ e l’impegno dell’avvocato Ulrich Weber che ha redatto il Rapporto. “Il contributo piu’ importante a questo lavoro e’ stato dato dalle persone coinvolte. A loro va il mio sincero ringraziamento perche’, nonostante la sofferenza vissuta, si sono messi in contatto con i rappresentanti della diocesi, e in particolare con il signor Weber”, nella lettera dedicata dal vescovo di Ratisbona ad un “tema molto serio che in questi giorni agita molti”, cioe’ la pubblicazione del Rapporto conclusivo, curato dall’avvocato , sui casi di violenze sui piccoli cantori del Regensburger Domspatzen, il rinomato coro di voci bianche della diocesi. E’ la “fine di un lavoro compiuto da un avvocato indipendente su incarico della diocesi” per “documentare” gli atti di violenza che si sono consumati, “fare luce” sulle “strutture” e i “contesti” che hanno “reso possibili o addirittura favorito” questi atti e “valutare” il lavoro che la diocesi dal 2010 sta gia’ compiendo a riguardo. Si tratta di risultati “difficili da digerire anche per noi”, confessa il vescovo, ma il rapporto e’ stato accolto positivamente sia da “alcune vittime”, che hanno detto che “il rapporto li aiutera’ a mettere pace in questo doloroso capitolo della loro storia”, sia dalle autorita’ competenti del Governo Federale.
Source: www.corrierequotidiano.it