Scoperto legame benefico tra zenzero e apparato digerente. Un duetto impeccabile per la salute
Ci sono alimenti di cui ci nutriamo solo in certi periodi dell’anno, a seconda della stagione, del clima, a volte perfino dell’umore. Ma lo zenzero dovrebbe essere un “sempre-cibo”, come gli alberi sono sempre verdi, non dovrebbe mai mancare nelle nostre cucine. Le molteplici virtù benefiche di questa radice orientale, recentemente sono state prese in esame da un team di ricerca degli Usa, conducendo a risultati sorprendenti e mettendo in luce il benefico legame tra apparato gastrointestinale e zenzero.
Zenzero e apparato digerente sembrano ormai un binomio quasi perfetto. Se è vero come è vero che questa preziosa pianta erbacea di origine orientale aiuta a calmare lo stomaco, a rilassare i muscoli gastrointestinali e a prevenire la formazione di gas e gonfiori, ora un nuovo studio la collega anche alle funzioni del nostro intestino. Le piante commestibili, si sa, sono una buona fonte di energia per i microbi intestinali, ma in che modo influenzano l’espressione dei geni batterici intestinali?
Secondo una ricerca condotta all’Università di Louisville, nel Kentucky (Stati Uniti), gli RNA associati alle nanoparticelle simili agli esosomi (ELNs) di alcuni vegetali modulano la composizione del microbiota intestinale e migliorano i sintomi della colite.
In pratica, le nanoparticelle simili agli esosomi (ELNs- Exosome-like nanoparticles) derivate da piante come lo zenzero contengono RNA che regolano la composizione del microbiota intestinale. Per questo gli studiosi sostengono che gli ELNs derivati dal cibo regolano sia i microbi commensali sia le cellule ospiti, tanto da poter alleviare malattie associate alle eventuali alterazioni di tutta la flora intestinale.
Per arrivare a queste conclusioni, gli studiosi hanno distinto gli ELNs derivati dallo zenzero (GELNs – ginger-derived ELNs) sulla base della distribuzione delle dimensioni, della microscopia elettronica e dell’elettroforesi su gel, che ha rivelato la presenza di RNA di piccole dimensioni. In laboratorio, la percentuale di Lactobacillaceae è aumentata da circa lo 0,25% a quasi il 25%. Gli RNA dei GELNs hanno indotto cambiamenti simili.
Ulteriori prove hanno poi mostrato che i GELNs sono stati assorbiti dai microbi intestinali, in particolare da Lactobacillaceae. Il sequenziamento dell’RNA e le analisi proteomiche hanno dimostrato che 398 mRNA e 149 proteine sono aumentati e 249 mRNA e 133 proteine sono diminuiti in L. rhamnosus trattati con i GELNs.
In sintesi, nel corso degli esperimenti, i GELNs sono assorbiti dal microbiota intestinale attraverso i lipidi cambiando la sua composizione.
La scoperta, anche se condotta per il momento solo sui topi, sarà utile ad alleviare diverse malattie come colite. Qui vuole approfondire le analisi, qui trova lo studio completo.
Source: www.corrierequotidiano.it
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