Qualche tempo fa una nostra lettrice ci ha scritto, per raccontarci una sua esperienza personale che aveva però un valore quasi universale, perché si trattava di una cosa che probabilmente è successa a molte ragazze, e di cui magari non tutte riescono a parlare liberamente. Così, abbiamo deciso di pubblicare la sua storia, perchè sapere di non essere soli in certe situazioni aiuta, e poi perché volevamo dare un segnale di solidarietà: insieme possiamo cambiare le cose.
A partire da quel momento ci sono arrivate altre mail e altre storie da raccontare. Così abbiamo deciso di dare vita ufficialmente a Cara Freeda, una posta a cui ognuna/o di voi può scrivere per raccontare quello che ha vissuto o che sta vivendo. Quella che state per leggere è la storia di Giulia, che ha voluto raccontarci di tutte le volte in cui non l’hanno fatta “sentire abbastanza” e di come è riuscita a trasformare questa sensazione in un punto di partenza per sviluppare una nuova consapevolezza.
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Cara Freeda,
sono una giovane donna e sono sempre stata molto fiera del mio sesso.
Non ricordo nemmeno un giorno nella mia vita in cui io abbia desiderato non essere donna.
Eppure, col passare del tempo, un po’ come tutte, mi sono imbattuta nelle tipiche – e purtroppo comuni – situazioni difficili per noi portatrici di doppio cromosoma X. E, sempre un po’ come tutte, ho imparato a districarmi in esse, sebbene ciò non significhi non averne in qualche modo sofferto.
All’inizio era difficile e faceva più male. Poi lentamente ci si fa il callo. Ci diciamo che è normale, pur sapendo che non è proprio così, andiamo avanti perché non vale la pena farsi il sangue amaro. Combattere i mulini a vento è faticoso e perfettamente inutile.
Ad oggi però, riflettendoci sopra, di una cosa sono davvero stufa: di tutte le circostanze in cui qualcuno mi ha fatto sentire che non ero abbastanza.
Parlo di quando non mi hanno fatta sentire abbastanza donna perché ho detto che non voglio avere figli.
Di quando non mi hanno permesso di partire da sola perché non sono abbastanza forte da potermi difendere.
Di quando il mondo mi ha fatto sentire non abbastanza magra prima e non abbastanza formosa poi.
Di quando le occhiate della gente mi hanno fatta sentire non abbastanza coperta.
Ma anche di quando non mi hanno voluta in un posto di lavoro perché non abbastanza remissiva da tenere a freno la lingua se qualcosa non mi sembrava dignitoso nei miei riguardi. E di quando il ragazzo con cui mi frequentavo da mesi e di cui mi stavo innamorando non faceva che darmi briciole – briciole di tempo, briciole di spazio, briciole di sentimenti – proprio come se non fossi abbastanza per poter avere tutto il resto.
Quante volte dopo esperienze simili mi sono ritrovata a fare i conti con quel senso di inadeguatezza che mi faceva puntualmente sentire come una sorta di maratoneta che arranca e non ce la fa a tenere il passo con tutti gli altri. Sempre indietro, sempre con il fiatone e sempre pronta ad ammonirmi, biasimarmi per non aver saputo fare di meglio.
A poco a poco, guardando anche le altre donne, mi sono resa conto che non ero sola, anzi. Siamo tutte vittime di questo non abbastanza che ci punzecchia, sottolineando di continuo il fantomatico centimetro di distanza tra noi e ciò che desideriamo – o crediamo di desiderare! – in quel momento della nostra vita.
Secondo me si tratta soltanto di un gigantesco imbroglio. Ci sforziamo con tutte noi stesse di colmare quella distanza, senza renderci conto che in realtà non stiamo andando da nessuna parte. Vaghiamo verso una meta sconosciuta della cui esistenza non siamo nemmeno poi così sicure, crogiolandoci nella falsa convinzione che stiamo lavorando su noi stesse per superare dei limiti. Limiti che però ci ha appiccicato addosso qualcun altro.
Forse dovremmo applicarci con tanta energia per superare i limiti che noi avvertiamo come tali e dovremmo farlo se a volerlo siamo noi in primis, e non per piacere a qualcuno che non ci considera abbastanza e probabilmente non sarà mai in grado di farlo.
Troppo spesso ho pensato di cambiare per sentirmi “adeguata”, finché non ho realizzato che quel senso di adeguatezza posso trovarlo soltanto se a farmi desiderare di cambiare in meglio è la persona di cui mi fido più al mondo: me stessa.
Vorrei che ogni donna, ogni ragazza, ogni bambina avesse questa consapevolezza; che non pensasse mai, nella vita, di non essere abbastanza e che coltivasse dentro di sé la certezza di poter essere e fare qualsiasi cosa desideri.
Giulia
Se vuoi raccontarci la tua storia scrivici a redazione@freedamedia.com
Source: freedamedia.it
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