Siamo a Inari nel gelido Nord della Lapponia, precisamente sul lago omonimo, profondo fino a cento metri. Dieci anni fa, in queste acque si pescava molto pesce bianco (della famiglia del salmone). Ma i tempi sono cambiati e gli abitanti di questo pezzo del Polo Nord sono i primi a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici. Le industrie attorno al lago hanno fatto il resto: contribuendo ad inquinare l”acqua. Il ghiaccio un tempo era più spesso e gli inverni duravano mediamente tre settimane in più; d”estate la temperatura sale addirittura fino a 35 gradi e la sopravvivenza di questi tipi di pesci è sempre più a rischio. Jarmo, il protagonista di questa storia, prepara la sua motoslitta, la riempie di pelli di renna, trapani e seghe elettriche, canne da pesca ed esche, è carica anche noi, vestiti come autentici lapponi, solo un po” spaventati di solcare il ghiaccio con una moto. Ci sono 2 gradi sotto lo zero, ma il vento forte e la neve del Polo Nord aumentano la sensazione di gelo. Lo sguardo domina un”infinita distesa bianca, che somiglia alla Luna, ma lei – la Luna – farà capolino solo di notte, illuminando lo spettacolo abbagliante dell”aurora boreale. “Ho imparato a pescare con la rete da mio nonno – dice Jarmo – mio padre invece mi ha insegnato a buttare il filo con l”esca” – racconta mentre stacca la testa di un pesce persico che ha appena abboccato all”amo – così non soffre più. Noi Sami viviamo su questa terra da diecimila anni, la gente è semplice, alleva renne, pesca e raccoglie i frutti nel bosco, che altro ci può servire? Questo lago è il mio migliore amico, ma le risorse che custodisce sono davvero a rischio”. . .
Testo e immagini di Marco Palombi