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“Col covid siamo diventati un centro di distribuzione cibo e mascherine”. Da oltre 15 anni, il progetto di Calciosociale propone al Corviale un calcio gratuito e con delle regole tutte sue, dove l’obiettivo principale non è tanto vincere quanto custodire: custodire il rispetto, la democrazia, la comunità. Nel calcio sociale non c’è l’arbitro perché ogni giocatore è responsabile di se stesso e dev’essere attore del cambiamento. Questo succede all’ombra del ‘serpentone’, il complesso residenziale costruito negli anni settanta dall’architetto Mario Fiorentino, che avrebbe dovuto rappresentare un modello comunitario di case popolari, ma che negli anni è diventato il simbolo del degrado della periferia romana e una delle ennesime piazze di spaccio. Dal 2009 Calciosociale ha aperto Il Campo dei Miracoli un’oasi per i ragazzi del quartiere che oggi però deve affrontare anche il covid che ha ovviamente aumentato le difficoltà per le famiglie e diminuito le possibilità di stare insieme e di fare sport.
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