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Caccia all’ultima goccia di petrolio in Italia: la guerra delle trivellazioni

La società, con sede legale a Perth, in Australia, potrà per sei anni andare alla ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nell’aria di Torre del Moro, nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena. Il permesso interessa i Comuni di Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Bertinoro e Meldola.

L’estensione del permesso, precisa il Ministero, è pari a 111 kmq.

Per le attività di ricerca la Po Valley dovrà corrispondere un canone annuo di circa 573 euro.

Intanto, la Rockhopper Exploration, titolare del permesso di ricerca di Ombrina mare, ha chiesto i danni allo stato italiano per lo smantellamento della piattaforma.

Il progetto petrolifero Ombrina mare, proposto dalla società inglese Rockhopper (ex Medoilgas), puntava a trivellare 4-6 pozzi di fronte alla costa di S. Vito chietino (Ch), a 7 km dalle spiagge. Ma non solo. Era previsto il posizionamento di una grande nave raffineria FPSO a circa 11 km per il primo trattamento del greggio.

“Nel 2017 le spese sviluppo, ricerca e de-commissioning sono stimate in 13 milioni di dollari, di cui 8 riguardano le attività di pre-sviluppo di Sea Leon, 3 per le attività di ricerca e sviluppo in Egitto e 2 per costi dovuti soprattutto alla rimozione della piattaforma di Ombrina Mare, costi che Rockhopper cercherà di recuperare mediante un arbitrato internazionale che verrà promosso in breve tempo” si legge in un comunicato ufficiale della Rockhopper.

Anche la Basilicata fa gola alle compagnie petrolifere. Non lo dimentichiamo. La Shell ha presentato al Ministero dell’ambiente le istanze per tre permessi di ricerca a La Cerasa, Pignola e Monte Cavallo.

Una caccia all’ultima goccia di petrolio che sembra non avere fine.

Francesca Mancuso

Source: greenme.it

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