ROMA (ITALPRESS) – “Ho detto quello che penso, la realtà è questa. In Italia la burocrazia è insormontabile, è una follia. Tra commissioni, divieti e vincoli, tutto diventa difficilissimo. E questo sta ammazzando il turismo”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, l’imprenditore Flavio Briatore, che aggiunge: “O ci raccontiamo delle storie o siamo realisti. In questo momento nel turismo l’Italia è quinta o sesta, la Turchia è più o meno come noi, la Grecia ci ha superato. Ci sarà un motivo? Avete mai sentito dire a qualcuno che va in vacanza in Germania? Eppure anche loro sono al nostro livello. I numeri sono questi, l’Italia è il Paese dove la gente si ferma di meno”.
“Adesso con i social media se tu freghi un turista, lui lo scrive e lo sa tutto il mondo – sottolinea -. Dobbiamo avere più rispetto, dobbiamo pensare che porta benessere al Paese. Dobbiamo cambiare e anche abolire tanti passaggi burocratici”.
“Quando fai l’operatore – prosegue – crei posti di lavoro e in questo modo abbatti la povertà. Ma l’imprenditore va aiutato. In questo momento c’è il governo Meloni che per la prima volta lo vuol fare, poi però c’è tutta la parte burocratica, comunista, che blocca tutto. Un sacco di gente rema contro”.
In merito al suo nuovo locale a Cortina, “è stato il solito chiacchiericcio dei rosiconi e dei gelosi. Poi abbiamo aperto ed è stato un grande successo. Il prodotto è piaciuto, abbiamo dato qualcosa in più e adesso sono tutti contenti. Cortina è un posto dove da vent’anni non si fa nulla. Per fortuna adesso stanno ristrutturando dei buoni alberghi, ma arrivarci è molto difficile. L’ideale sarebbe avere un aeroporto a 30-40 minuti, poi però trovi sempre qualcuno che si oppone, in Italia c’è sempre la guerra dei no”.
“Quando arrivo in Italia vorrei vedere un cartello con scritto ‘Welcome to Italy’, vorrei vedere gli aeroporti senza file interminabili, non aspettare 4 ore un taxi quando si arriva a Roma. Dobbiamo fare come si fa a Dubai o in Paesi che sono molto avanti”, dice Briatore, che aggiunge: “Lì è stata fatta una grandissima operazione di real state e food and beverage. Ci sono 160 alberghi a 5 stelle, vent’anni fa non c’era niente. Operare lì è molto semplice, è tutto bianco o nero, presenti un progetto, te lo approvano e parti. Io opero in tanti posti, il Paese più complicato è proprio l’Italia, il mio”.
In Italia abbiamo un patrimonio culturale un pò più ricco “ma le opere d’arte restano nelle cantine. Su 5 milioni ne sono esposte appena 400 mila – spiega -. Apriamo più musei e per esempio mettiamo delle corsie preferenziali: una per i ragazzi che possono aspettare e pagano di meno, e una per chi non ha tempo, non può passare mezza giornata in coda e paga di più per entrare subito. E i quadri, invece di tenerli in cantina, facciamoli vedere, mettiamoli per esempio nelle hall degli alberghi dove c’è passaggio. Facciamo delle cose che diano del valore aggiunto al nostro Paese”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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