Frutta e verdura da sempre rappresentano un elemento rilevante nella dieta delle famiglie italiane. Nel 2016 i consumi di frutta e ortaggi freschi sono cresciuti a volume del +2,2% rispetto al 2015 (oltre 9 milioni di tonnellate vendute in tutti i canali, 152 kg pro capite consumati), un segnale incoraggiante rispetto ai trend negativi registrati negli ultimi anni. Anche la Germania, nonostante non goda della stessa tradizione alimentare e non abbia la forte vocazione produttiva dell’Italia, ha visto crescere i consumi nell’ultimo anno (+1,3% e quasi 9 milioni di tonnellate di vendite, corrispondenti a 107 kg pro-capite). Queste sono le novità emerse dall’analisi di Nomisma predisposta in occasione di Macfruit Bio – sezione speciale della fiera internazionale dell’ortofrutta dedicata per la prima volta alla produzione naturale – con il patrocinio di CCPB, ente di certificazione e controllo di prodotti biologici – per il Workshop “Il mercato dell’ortofrutta biologica in Italia e Germania”.
All’interno del paniere ortofrutticolo, l’ortofrutta biologica ha un grande successo ed è sempre di più apprezzata dai consumatori. I dati Nielsen indicano che in Italia le vendite di ortofrutta bio a peso imposto (mese terminante marzo 2017) hanno raggiunto 147 milioni di euro nella sola GDO, segnando un balzo del +28% rispetto all’anno precedente, a fronte di un +9% delle vendite di ortofrutta in generale.
L’ortofrutta fresca bio ha da sempre un ruolo determinante nelle vendite di prodotti biologici (pesa per l’11% sulle vendite bio nella GDO) e ha ulteriori potenzialità di mercato (le vendite bio pesano per il 4,4% sul totale delle vendite di ortofrutta), viste il crescente interesse del consumatore.
Dati In Germania il biologico nel suo complesso ha dimensioni più rilevanti:
In generale, la domanda di alimenti a marchio biologico è cresciuta in entrambi i Paesi sia in termini di vendite che di famiglie acquirenti (in Italia il 77% ha acquistato almeno un prodotto bio nell’ultimo anno, contro il 74% rilevato da Nomisma lo scorso anno). In questo contesto i prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse da parte dei consumatori.
I risultati della Survey Nomisma-MACFRUT BIO mostrano che il 60% delle famiglie italiane ha acquistato frutta e verdura a marchio biologico in almeno una occasione nel 2016 (63% la consumer base per la frutta fresca bio, 62% per verdure ed ortaggi freschi, 32% verdura IV gamma e 5% frutta IV gamma). L’ortofrutta fresca bio è la categoria con il maggiore numero di famiglie acquirenti, superando molti prodotti di largo consumo bio (tra gli altri: olio extra-vergine d’oliva – 52%), uova – 50% e yogurt – 42%).
Tra i fattori che spingono in alto l’interesse verso il bio vi sono reddito e istruzione: a maggior capacità di spesa e titolo di studio più elevato del responsabile acquisti della famiglia si associano a tassi di penetrazione più elevati (ad esempio tra chi ha redditi medio-alti la quota di user di ortofrutta fresca bio arriva al 66% contro il 53% di chi ha redditi medio-bassi). Anche la classe di età è una chiave di lettura: tra i responsabili degli acquisti della famiglia di età compresa tra 30 e 44 anni la quota di acquirenti è più elevata (65% contro 51% deli over 55).
L’interesse per l’ortofrutta fresca bio è più forte anche in funzione degli stili alimentari: nei nuclei dove sono presenti componenti che, per scelta o necessità, pongono grande attenzione alla dieta la propensione all’acquisto del biologico è più marcata (il ricorso al bio sale all’84% nei vegetariani e nell’83% tra i vegani, tra chi segue la dieta macrobiotica la quota è superiore al 90%). Anche nei nuclei con figli di età inferiore a 12 anni l’interesse per l’ortofrutta fresca bio è più alto: le famiglie acquirenti in questo segmento sale al 72% acquista ortofrutta bio contro il 56% delle famiglie senza figli conviventi o con figli già adolescenti.
Tra i consumatori il 64% è frequent user, mangia frutta e verdura ogni giorno o quasi (28%) o almeno una volta a settimana (36%), selezionandola soprattutto in base alla stagionalità (30% indica questo fattore come principale tra i criteri di scelta dell’ortofrutta bio) e all’origine italiana (28%). Due le leve principali che indicono a preferire l’ortofrutta biologica: innanzitutto la maggior sicurezza per la salute (1 acquirente su 4 indica tale fattore come prioritario). Ma i valori percepiti associati al biologico non si limitano alle esternalità positive per il consumatore: il 22% associa infatti nel rispetto dell’ambiente la principale motivazione che porta a scegliere l’ortofrutta biologica. La disponibilità dell’ortofrutta bio nei supermercati abitualmente frequentati è certamente un altro fattore che favorisce l’acquisto (il 16% segnala l’accessibilità come motivazione più importante).
E il successo dell’ortofrutta bio arriva dal riconoscimento attribuito dal consumatore in termini di qualità: il 63% degli acquirenti ritiene che l’ortofrutta fresca biologica abbia caratteristiche organolettiche superiori a quella convenzionale – segno che ormai è conclamato che il biologico sia sinonimo di grande qualità.
Tra i consumatori c’è una quota di user “fedeli” che acquista esclusivamente frutta e verdura provenienti da agricoltura biologica (11%), un ulteriore 44% è frequent user e il restante 42% la consuma solo occasionalmente. Per il consumatore tedesco il brand ha un ruolo meno rilevante nella scelta dei prodotti biologici: fondamentale è la garanzia di prodotti sempre freschi e di qualità (aspetto rilevante per il 52% degli user bio) e che abbiano un gusto naturale (50%).
Crescita «Il biologico cresce a doppia cifra e da tempo non è più una nicchia: 8 italiani su 10 consumano bio – dichiara Silvia Zucconi – responsabile Market Intelligence Nomisma. L’ortofrutta fresca è la categoria che meglio esprime la chiave del successo del bio: crescono le vendite in GDO (+28% nell’ultimo anno) e i consumatori apprezzano sicurezza e qualità delle produzioni. Ma la sicurezza non è il solo valore positivo: il bio infatti è la svolta della sostenibilità – poiché è un contributo attivo per la preservazione dell’ambiente. La cultura del bio appassiona i consumatori, sempre più attenti e consapevoli dell’impatto delle scelte alimentari».
Source: agricultura.it