Dovete andare dall’altra parte della città, ma il quartiere è collegato male dai mezzi pubblici, non avete la macchina e una corsa in taxi costerebbe troppo. L’unica soluzione è trovare una persona che viaggia nella stessa direzione attraverso l’app Uber Pool e prenotare la corsa. O almeno così ha funzionato fino a ieri, perché oggi a rosicchiare terreno a Uber è arrivata Google che, attraverso la sua app Waze Rider, ha messo a punto un nuovo sistema di car-pooling (letteralmente “auto di gruppo”), ugualmente efficace e più economico per i passeggeri: 54 centesimi a miglio (1,6 chilometri) negli Usa dove è in sperimentazione.
Si chiama carpooling ma ricorda molto il vecchio autostop, solo che invece di scendere in strada e sperare che qualche autista di buon cuore si fermi, il passaggio si prenota attraverso un’app. E si paga, affinché dividere il tragitto diventi un interesse di tutti.
Conosciuta fino a ieri per la sua funzione di navigatore, Waze mette ora in contatto persone che viaggiano nella stessa direzione e che vogliono dividere la spesa. Il servizio di car-pooling è gestito da Alphabet, la holding di Google. “L’esperimento è già stato effettuato nell’area della baia di San Francisco e in Israele (nel 2015) con buoni risultati, tanto che Google punta ad ampliare il servizio in diverse città statunitensi e in America Latina”, ha spiegato al Wall Street Journal il presidente di Waze, Noam Bardin. Ad oggi circa 150mila utenti di Waze si sono registrate come conducenti, anche se solo una piccola parte effettua servizio.
Intanto, ha già incontrato il favore di molte amministrazioni comunali, si legge sul Wall Street Journal, secondo le quali il servizio di Waze rappresenta un’ottima soluzione al problema del traffico. E al tempo stesso limita l’espansione di Uber Pop, che a differenza di Uber Pool effettua un vero e proprio servizio taxi e che in molti Paesi, tra cui l’Italia, è stata messa al bando perché accusata dai tassisti di fare concorrenza sleale.
“Ho usato il carpooling di Waze 21 volte a dicembre, sia per dare passaggi che riceverli. Non sono un autista, ho un altro lavoro. Ho provato per rendere più piacevole ed economico per me e per gli altri il lungo viaggio che faccio ogni giorno per andare al lavoro”, ha spiegato al Wall Street Journal Jack Chyn, 44 anni, general manager di una televisione di San Francisco.
Ma l’aspetto che più ha convinto gli utenti di Waze è il risparmio. Il tragitto dal centro di Oakland al centro di San Francisco è costato a Jack Chyn 4,50 dollari. Lo stesso percorso con Uber e Lyft Line (un’altra società di car pooling statunitense) sarebbe costato rispettivamente almeno 10,57 dollari e 12,40 dollari.
Per ora i passeggeri pagheranno gli autisti 54 centesimi per ogni miglio (1,6 chilometri), che equivale alla tassa che bisogna versare al fisco quando si effettua un viaggio d’affari con un’auto personale. Quanto a Waze, “se il servizio decollerà, applicherà una tassa del 15% sui guadagni degli automobilisti”, ha dichiarato Bardin.
Condividere l’auto appare una delle principali armi per combattere il fenomeno del traffico che, secondo l’ultima rilevazione di Tomtom, non sembra migliorare in nessuna città al mondo. Di certo non Italia, dove al primo posto si piazza Palermo: per raggiungere la meta gli abitanti trascorrono in media in auto il 43% del tempo in più del necessario, con picchi serali del 69%. Segue Roma con il 40% di media e il 74% di record. Mentre al terzo posto si colloca Messina con il 39% di media e il 56% di massima. Chiude la top ten, Firenze con una media di ‘appena’ il 26% che tocca il 46% nei momenti più critici.
Nel mondo le peggiori sono:
In Europa primeggiano:
Source: agi.it/innovazione
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