PALERMO (ITALPRESS) – L’Europa “non è un’entità astratta ma reale e presente. Non è matrigna nè lontana: l’Europa siamo noi. Adesso mi ricandido perchè ho lasciato il lavoro a metà. I tempi per portare avanti i progetti sono molto lunghi, soprattutto in Europa, e vorrei continuare per completarli e dare risposte a coloro che mi hanno votato”. Lo ha detto Pietro Bartolo, eurodeputato e candidato con il Pd nel collegio Isole alle prossime elezioni europee, in un’intervista all’Italpress. Per Bartolo l’esperienza da eurodeputato è “straordinaria” e “fa crescere molto”.
Da medico, Bartolo è stato per anni simbolo di Lampedusa e dell’accoglienza. Il tema dell’immigrazione è molto discusso e volte dal dibattito sembra emergere un’Europa che si disinteressa lasciando all’Italia tutta la responsabilità. “C’è una parte dell’Europa – ha affermato l’eurodeputato – che va contro. Magari si disinteressasse, magari fosse indifferenza, invece c’è contrarietà e vengono portati avanti atteggiamenti negativi, come quelli di fare accordi con paesi terzi, con Turchia, Libia, Egitto, Tunisia, Mauritania. Per lavarsi le mani, ci sporchiamo la coscienza”.
“Questo non appartiene a quell’Europa – ha continuato – che hanno pensato i padri fondatori, della solidarietà, dell’accoglienza e della condivisione delle responsabilità. L’Europa che voglio è quella che ha aperto le porte a 5 milioni di persone dall’Ucraina quando è scoppiata la guerra. Non condivido quando ci si mette di traverso quando arrivano 100 mila o 200 mila persone dall’Africa. L’Europa si basa su valori universali che riguardano il rispetto dei diritti umani. E qui stiamo parlando di persone, di esseri umani”.
Lo slogan scelto da Bartolo per la campagna elettorale è “Costruttori di pace”. Un tema oggi fondamentale riguarda la capacità dell’Europa di affrontare il tavolo negoziale usando la diplomazia. “L’Europa – ha sottolineato – ha anche dei problemi, per esempio per quanto riguarda la politica estera, che è insufficiente. All’inizio dell’aggressione all’Ucraina il Parlamento ha portato una risoluzione che dichiarava la Russia sponsor del terrorismo. Il buon senso mi ha portato a votare contro la risoluzione e sono stato attaccato e minacciato. Mi hanno detto che ero putiniano ma non è vero”.
“Ho votato contro per lasciare una finestra aperta. Per convenzione internazionale – ha proseguito – quando dichiari un paese sponsor del terrorismo non puoi più sederti a dialogare e portare avanti la diplomazia. L’unico modo di risolvere la diatriba è il campo di battaglia. Io credo nella pace e che bisogna ripudiare la guerra, come dice la nostra Costituzione. In questo caso abbiamo fallito e abbiamo precluso ogni possibilità di dialogo. Adesso andiamo alla ricerca di intermediari per chiudere questa faccenda. La stessa cosa – ha aggiunto – è successa quando è scoppiata la guerra in Palestina tra Netanyahu e Hamas. Chi ne piange le conseguenze sono il popolo palestinese, con tutti quei morti, e il popolo israeliano, perchè sta venendo fuori il sentimento antisemita. Anche in quell’occasione, in un’altra risoluzione, ho votato per il cessate il fuoco. Solo in tre – ha evidenziato – abbiamo votato per il cessate il fuoco, mentre gli altri hanno votato per la pausa umanitaria. Dopo un mese si sono resi conto che c’erano trentamila morti, fra cui 15mila bambini e donne, e hanno riportato la risoluzione decidendo di votare per il cessate il fuoco”.
“L’Europa si deve svegliare da questo punto di vista”, ha aggiunto, parlando di una “grande Europa che nessuno deve toccare perchè è la più grande democrazia del mondo che ci ha dato 80 anni di pace. Quella pace – ha concluso – deve continuare per i nostri figli e per i nostri nipoti”.
– foto Italpress –
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