“Smettiamola con questa idea metafisica di un “nuovo Renzi”… Ho fatto autocritica e sono tre mesi che giro col capo cosparso di cenere. Ora basta, è tempo di ripartire” “e se qualcuno pensasse che a fronte del momentaneo indebolimento io abbia perso energia e grinta, commetterebbe un gravissimo errore”. In un’intervista a ‘La Stampa’ l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, traccia il bilancio dei mesi successivi alla sconfitta referendaria e presenta la kermesse del Lingotto, dal quale ripartirà per cercare di riprendersi il Pd.
“La mia forza e la mia debolezza – dice – sono state lo star fuori da certi ambienti della Roma politico-burocratica: vogliono farmela pagare per i padrini che non ho e non ho mai avuto”. Quanto al ‘giglio magico’ spiega: “Quattro o cinque toscani quarantenni o giù di lì: questo sarebbe il mio sistema di potere? Non male come accusa: soprattutto in un Paese che ha vissuto per vent’anni il clamoroso conflitto d’interessi di Berlusconi e galleggia tutt’oggi su intrecci tra banche ed editoria, credito e politica capaci di fare il bello e il cattivo tempo”. “Io – prosegue – non devo difendermi da nulla. Vuole che le rifaccia l’elenco dell’altra sera in tv? Eni, Enel, Ferrovie, Poste, Rai, Finmeccanica… Al vertice non c’è nessun fiorentino: e i vertici li ha nominati un governo da me presieduto. Sono sereno: le bugie hanno le gambe corte”. Tornando alla Consip e al ruolo del padre puntualizza di essere “sereno sul suo ruolo e su quello del generale Del Sette e del ministro Lotti. Vede, voglio usare una sua espressione: noi del Giglio magico siamo fuori dai consolidati blocchi di potere. Capisco che possa non piacere, ma dovranno farci l’abitudine”.
“Puntiamo a superare il 50 per cento ovviamente”, spiega Renzi a proposito delle primarie, “i sondaggi dicono che dovremmo farcela, anche se non sarà facile. In queste primarie vedremo due film: il voto nei circoli, dove mi dicono che Andrea Orlando sia forte, e quello ai gazebo, dove potrebbe andar bene Michele Emiliano. Vedrete che saranno primarie belle e piene di passione, nonostante la quantità di odio che sento in giro: ma il nostro “assalto al cielo” piace ed emoziona tanti”. E qualora non si superasse la soglia del 50 per cento “non cambierebbe niente”. “Non è che se io raggiungo il 48% e gli altri competitor si dividono il restante ci saranno terremoti: chi arriva primo fa il segretario. Vede, non vivo queste primarie come una volata con due avversari sleali, che mi vogliono fregare: tipo gomitate in vista del traguardo. Vogliamo tutti bene al Pd, no?. Le primarie sono tutte difficili: ma evviva il Pd che ha il coraggio di farle, mentre altri decidono tutto con un clic o nel salotto di Arcore”.
Quanto agli scissionisti “Quel che dovevo dire l’ho detto quando hanno deciso di lasciare il Pd. Non ho nulla da aggiungere: possono fare quel che credono. L’importante è che le regole delle nostre primarie siano rispettate. Insomma, io non vedo complotti, non ci credo: né a quelli dei magistrati né a quelli dei miei avversari politici”, mentre a Chiamparino e Sala che hanno invece chiesto un cambio di passo Renzi dà ragione: “Chiamparino ha ragione: noi dobbiamo fare squadra, molto più di prima. Dobbiamo allargare il gruppo dirigente e io credo che il ticket con Martina sia già un segnale in questo senso. Poi dobbiamo definire la nostra posizione rispetto al governo: cioé le priorita’ che crediamo debbano essere perseguite. E tornare a occuparci del partito, dei circoli, delle feste, della comunicazione, dell’organizzazione. Ma prima di tutto, ovviamente, della missione e del profilo del Pd che vogliamo”.
“Vorrei partire da quel che succede nel mondo – da Trump, per dire – per arrivare alla Le Pen ed al nostro Paese”, spiega poi Renzi presentando il programma del Lingotto, “l’interrogativo resta lo stesso: il ruolo e la politica di una grande forza di centrosinistra di fronte ai populismi dilaganti. Non esistono risposte semplici: nei tre anni di governo, però, qualcuna abbiamo provato a darla”. “Vorrei fosse chiara una cosa: noi abbiamo peccato di poco riformismo, non di troppo riformismo. Dagli 80 euro in poi, abbiamo fatto tante cose delle quali andare orgogliosi. Poi è arrivata la botta del referendum, della quale mi prendo tutta la responsabilità. Però le dico una cosa: gli effetti negativi del No li misureremo nel corso di anni. Vediamo divisioni, nuovi partitini, ritorni al proporzionale… E potrebbe essere soltanto l’inizio”.
A proposito dei tre candidati alla segreteria Renzi aggiunge che “il lungo confronto avviato servirà appunto a capire questo. Ma una cosa voglio dirla subito: non sono d’accordo con la separazione dei ruoli tra segretario e premier. Una simile scelta toglierebbe molta forza proprio al premier. Quando ho combattuto in Europa per ottenere maggiori margini di flessibilità per il nostro Paese, ho vinto non perche’ ero il presidente del Consiglio italiano, o almeno non solo per quello: ce l’abbiamo fatta perche’ ero il leader del maggior partito nella famiglia socialista, col 40% ottenuto alle europee”. “L’esperienza della Merkel e di Rajoy racconta questo. E non vorrei che questa discussione si fondasse su un presupposto sbagliato: che il mio temporaneo indebolimento mi abbia tolto grinta ed energia. Vede, io posso accettare critiche e obiezioni al lavoro svolto da premier: ma non una destrutturazione di quel che abbiamo fatto ed un tratto di matita su me ed il mio nome. Si poteva fare meglio, certo. Lo penso anch’io, ma ora è il momento di ripartire: e io sono pronto. Ora si ricomincia, con umiltà. Ma sa che le dico? Che un uomo si giudica anche dal modo in cui porta le sue cicatrici“.
Source: agi.it/politica
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