La tristezza è necessaria quanto l’allegria. Tuttavia, ormai da diversi anni, la società occidentale ci esige una felicità che ci porta a vivere in modo insano emozioni necessarie per la nostra crescita. Sembra che si possa solo far vedere l’aspetto positivo delle nostre vite, come se fosse proibito sentire e mostrare emozioni che non accompagnano l’ossessione di essere allegri in ogni momento.
La tristezza è un’emozione necessaria, ma che si trasformi in un vizio o in uno stato d’animo ricorrente ci indica che dobbiamo prestare maggiore attenzione alla gestione delle nostre emozioni. Anche la tristezza naturale, come la perdita di una persona cara, scoprire di soffrire di una malattia o la perdita del lavoro, può trasformarsi in un’emozione malsana quando raggiunge livelli di intensità troppo alti o se si perpetua nel tempo.
Un altro tipo di tristezza, più disadattativa, è quella che nasce dalla mancanza di amor proprio. È il risultato del disilluderci senza saperlo, e non dipende dalla mancanza di affetto da parte degli altri. Siamo tristi e non abbiamo energie perché eravamo convinti che gli altri potessero comprendere ciò che sentiamo dentro.
Alla vita non importa cosa volete. Il suo compito è quello di darvi ciò di cui avete bisogno in ogni momento.Condividere
Quando la tristezza smette di essere adattativa
La tristezza è considerata un’emozione basilare, corrispondente a reazioni affettive innate, presenti in ogni essere umano e necessarie per una corretta regolazione emotiva di fronte a situazioni negative.
La presenza nella nostra vita di emozioni come la tristezza è normale ed adattativa, poiché ci aiuta ad adattarci alla realtà quando viviamo situazioni di separazione fisica o psicologica, perdite o fallimenti, disillusione, assenza di attività che ci rinforzino o di fronte all’esperienza del dolore cronico.
Quando questa emozione smette di essere adattativa ed è accompagnata da altri sintomi, come difficoltà a conciliare il sonno o sonno eccessivo, apatia, perdita dell’entusiasmo, pensieri negativi su se stessi e sull’esistenza, la vita della persona soffre un’interferenza. Abbiamo, quindi, un problema.
La presenza di pensieri e sentimenti negativi e distorti sulla realtà origina tristezza e perdita di speranza. Le persone tristi si credono poco coraggiose, si lasciano trasportare da tali emozioni e abbandonano le loro attività. Non solo non si valorizzano, ma abbandonano anche le attività che dimostravano tutto il contrario, dando in questo modo per valida la prima ipotesi.
È qui che ha inizio il circolo vizioso, poiché tali persone mettono da parte la loro routine e le attività che amavano fare a causa del loro stato d’animo negativo, senza sapere che sono proprio quelle attività che potrebbero aiutarle a migliorare la loro situazione e ad evitare che il loro stato d’animo negativo si intensifichi. In questo modo, si crea una dinamica che dall’inattività genera altra inattività.
L’autostima per combattere la tristezza
La tristezza disadattativa non è sinonimo di mancanza di affetto da parte degli altri, ma di mancanza di amor proprio. L’origine di tale tristezza non è l’odio degli altri, ma il disprezzo dell’individuo stesso, che si manifesta nei pensieri che si hanno in queste circostanze.
In alcuni casi, l’origine di questo mondo tormentato è da ricercare nell’assenza di cura, affetto e amore durante i primi anni della propria vita. La cattiva gestione delle emozioni durante l’infanzia è ciò che oggi provoca questo modo di relazionarsi alla tristezza.
L’importanza dell’autostima radica nel fatto che riguarda noi, il nostro modo di essere e il senso del nostro valore personale. Può, dunque, influire sul nostro modo di essere, di agire e di relazionarci agli altri. Niente del nostro modo di pensare, di sentire, di decidere o di agire scappa all’influenza dell’autostima.
Avere un’autostima equilibrata aiuta a mantenere sotto controllo i pensieri e le emozioni negative su se stessi e sugli altri, che alimentano la tristezza. Una buona auto-valutazione personale allontana i sentimenti di disperazione, malinconia e tristezza che ci portano all’incuria e all’abbandono delle attività che amiamo.
La vera sicurezza non è relazionata alle circostanze esterne, le quali sono rette da leggi universali che non possono essere controllate. Si tratta, piuttosto, di uno stato emotivo interno che ci permette di vivere con fiducia, coraggio e abilità.
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