La parola ha la forza creativa del seme.
In un antico testo orientale si legge: – Per favore, non usare il linguaggio sbagliato. Il linguaggio sbagliato non solo è fallace, ma strutturerà male la tua mente. E la tua mente, a sua volta si colmerà di identificazioni false e fallaci”.
La cosa più semplice del mondo è parlare. L’unico essere al mondo dotato di parola è l’uomo, per parlare non bisogna fare sforzi è un’azione fluida e spontanea. Ma oggi siamo stati capaci di rendere difficile anche questa facoltà. La parola ci sfugge senza controllo e riesce a farci star male.
Con gli altri, nelle nostre relazioni, abbiamo elaborato complessi problemi di comunicazione che spesso ci rovinano la vita. Questo perché abbiamo perso la consapevolezza nella comunicazione e le parole prendono il sopravvento.
Troppe parole e troppo a sproposito, distoniche rispetto a ciò che siamo e che proviamo.
Si parla a volte per fuggire dai silenzi, per riempire i vuoti. Si parla per la paura di non essere notati, per essere protagonisti. Ma è tutto superficiale.
Le parole della consapevolezza sono quelle che sentiamo nel profondo del cuore, in quello spazio profondo in cui abita la nostra identità.
Quella parte che conosce il significato creativo delle parole, la capacità che hanno di piantare un seme dentro di noi e dentro chi ci ascolta.
Ogni volta che una parola viene lanciata nel mondo noi generiamo un evento. La parola (Il verbo delle tradizioni) è sacra. Lo è anche il silenzio.
Maura Luperto
RIMINI (ITALPRESS) – Il CONOU partecipa anche quest’anno a Ecomondo a Rimini, fiera della green e circular economy.Il Consorzio è…