Una carriera di “promotore d’odio” costruita passo passo, con determinazione e coerenza, fino ad arrivare quasi sulla vetta del mondo. Milo Yiannopoulos, 32enne britannico divenuto famoso per le sue provocazioni ‘politicamente scorrette’, la settimana scorsa aveva un contratto con Simon & Schuster per un libro e un invito a parlare alla conferenza dell’American Conservative Union – Cpac, celebre palcoscenico conservatore. Nel giro di 48 ore ha perso sia l’uno che l’altro: tutta colpa di una registrazione in cui “l’ultraliberale culturale” – sua stessa definizione – difende le relazioni tra ragazzini e uomini più vecchi.
Nella registrazione, Yiannopoulos riconosce che il suo punto di vista è “controverso” ma resta convinto che l’età del consenso “non è una questione di bianco o nero”. “Le relazioni tra ragazzi più giovani e uomini più vecchi possono essere esperienze estremamente positive”, ha aggiunto.
La sua autobiografia, che si sarebbe dovuta intitolare “Pericoloso”, era prevista in uscita per i primi di giugno. L’autore aveva già ricevuto un anticipo di 250mila dollari. Ma la casa editrice non ha accolto bene le sue ultime dichiarazioni e “dopo attente considerazioni, Simon & Schuster e la sua Threshold Editions, hanno cancellato la pubblicazione di ‘Dangerous’ di Milo Yiannopoulos”.
“Ne ho viste di peggio, non mi abbatterà”, è stato il suo laconico commento su Facebook“. E’ il terzo libro che annuncia e non vede la luce, dopo quello sul caso ‘Gamergate‘ (uno scontro interno al mondo degli appassionati di videogiochi che, assumendo i caratteri di revanscismo machista, fu brodo di coltura per parte della cosiddetta alt-right) e un altro sulla Silicon Valley.
L’American Conservative Union (Acu) non ha perso tempo e, di fronte alle polemiche crescenti, ha revocato l’invito a Yiannopoulos a parlare all’annuale conferenza Conservative Political Action Conference (Cpac), passerella d’eccezione che quest’anno vede tra i suoi relatori persino il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e buona parte del suo staff: dal vice Mike Pence al braccio destro Steve Bannon fino all’ormai ex consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Flynn.
A suscitare l’ostilità dell’Unione Conservatori Americani non sono certo state le sue posizioni ultraliberiste ma quel “video offensivo che ammette la pedofilia”. Apertamente omosessuale, Yiannopoulos si è difeso, senza tuttavia rinnegare le affermazioni. Pur definendo “questi crimini assolutamente disgustosi”, il provocatore di professione non ha contestato la registrazione quanto i suoi commenti “stupidamente formulati”. E ha anche aggiunto: “Nella maggioranza dei casi – lo sapete – se dico qualcosa di oltraggioso o offensivo, il mio unico rimpianto è di non aver dato fastidio a più persone, ma in questo caso se mi ci ritrovassi, non formulerei le frasi nella stessa maniera”.
In una lunga ‘arringa’ difensiva postata successivamente su Facebook, ha articolato meglio il suo pensiero. “Non stavo parlando di niente di illegale e non mi stavo riferendo ad adolescenti prepuberali”, ha sottolineato. “Stavo parlando della mia stessa relazione quando ero 17enne con un uomo di 29, l’età del consenso nel Regno Unito è 16”.
Una posizione che non ha convinto il presidente dell’Acu, Matt Schlapp, secondo cui la replica è “insufficiente” e lo ha esortato ad “affrontare immediatamente questi commenti inquietanti”.
Tuttavia, la partecipazione di Yiannopoulos al Cpac fin dall’inizio aveva creato malumori e polemiche tra gli stessi conservatori. Quando il suo nome era stato annunciato tra i relatori, su Twitter erano apparsi diversi post in cui veniva attaccato. A questi Schlapp il 18 febbraio aveva risposto chiaramente: “Riteniamo che la libertà di parola includa ascoltare l’importante prospettiva di Milo”. Tranne poi rivedere questa posizione tre giorni dopo, sostenendo che “continuiamo a credere che Cpac sia un forum costruttivo per controversie e divergenze tra i conservatori, ma non c’è nessuna divergenza sulla piaga degli abusi sessuali sui bambini”.
Che con i Repubblicani non corra sempre buon sangue, non è una novità. Lo stesso Yanniopoulos non ha esitato ad attaccarli quando lo scandalo è cominciato a montare. “C’è un video in giro che mi mostra mentre dico cose antisemite (no) e sostengo la pedofilia (assolutamente no). La cosa scioccante? Lo stanno facendo i Repubblicani. Triste vedere i tipi dell’establishment cadere nelle stesse tattiche dei guerrieri della giustizia sociale”, (quelli cioè del politicamente corretto).
Nato nel Kent, in Gran Bretagna, nel 1984 come Milo Hanrahan, assume la sua ‘nuova’ identità prendendo il cognome della nonna materna greca, Yiannopoulos. Dopo aver iniziato due corsi universitari a Manchester e Cambridge, e averli entrambi abbandonati, comincia a scrivere per il Catholic Herald, seguendo anche il settore tecnologico per il Daily Telegraph. E’ dalle colonne di quest’ultimo che nasce la sua attitudine di provocatore di professione, con un odio viscerale per la sinistra. Nel 2011 co-fonda il sito web the Kernel, continuando a provocare e irritare, costruendosi così l’immagine di spina nel fianco di un establishement compiacente.
Di passaggio in passaggio, diventa un esempio per l’alt-right (sebbene sostenga che non lo amino perché gay ed ebreo), l’estrema destra suprematista bianca che ha contribuito all’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca e che si ritrova nel ‘Dart Fener’ che sussurra all’orecchio del presidente, quel Steve Bannon, accusato in maniera trasversale da tutte le minoranze per le sue posizioni antisemite, razziste e xenofobe. Nel 2015 viene chiamato a Breitbart, una nuova passerella per le sue provocazioni, che lo aiuta a portare le idee dell’alt-right nei circoli mainstream.
L’anno dopo viene messo al bando in via permanente da Twitter (dove si definiva “il più splendido supermalvagio su internet”) per aver aizzato gli utenti ad attaccare l’attrice di Ghostbuster, Leslie Jones, inondata da commenti razzisti e misogini. Acquista sempre più visibilità, arriva l’accordo per l’autobiografia, l’invito nei programmi tv e la consacrazione dell’Unione Conservatori d’America. Un’ascesa vertiginosa che si interrompe bruscamente dopo l’ultima provocazione. Ma lui non si abbatte – “mi rendono solo più forte” – e promette ai suoi sostenitori “un ritorno a breve, con i dettagli del mio nuovo editore, una nuova avventura nei media e un nuovo tour”.
Source: agi.it/estero
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