ROMA (ITALPRESS) – Codice degli appalti, Pnrr, fisco, lavoro e Ponte sullo Stretto. Sono alcuni dei temi toccati dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. Uno snellimento del codice degli appalti, fresco di via libera dal Consiglio dei ministri, per il sottosegretario era necessario, “se vogliamo rimanere al passo con quelli che sono anche i tempi europei, il codice europeo è ancora più snello di questo, c’è la necessità di dare un’istruttoria più facile e fluida a quello che era l’intervento da fare per aprire i vari cantieri. Siamo in ritardo sul Pnrr perchè non eravamo pronti a gestire una mole così importante di risorse che devono essere messe a terra. Dove si è sempre resa più complicata una gara d’appalto, ha sempre vinto la criminalità organizzata, è oggettivo che snellire questa fase è importante. Ribadisco che ci sono tutti i controlli in essere che si devono fare per trovare queste persone che provano a derubare. L’unica cosa certa che abbiamo – prosegue – è che il potere della procedura della gara d’appalto diventa eseguibile e si andrà a trovare chi fa cose sbagliate, chi ruberà. Ma non ci deve essere una applicazione che blocchi la gara d’appalto, finalmente non lo è. Oggi l’Ue ha gare più semplici e noi abbiamo fatto un grande primo passo verso questa posizione, quanti soldi non sono stati spesi in Italia? Quanti appalti sono ancora bloccati? Se il codice degli appalti serve a bloccare la spesa questo è un problema”.
Poi la questione del Pnrr. L’Italia, che attende di ricevere la terza tranche dall’Europa, ha accumulato ritardi sul Piano ma secondo Durigon “c’erano anche prima, non si può dire che i cinque mesi nostri li hanno causati. Oggi il costo di quei progetti e piani è lievitato rispetto a prima, la rivisitazione dei piani era molto importante e credo che Fitto stia facendo molto bene nel dialogo con l’Europa per far capire cosa serve per spendere bene queste risorse. Credo che Draghi abbia fatto un grande lavoro, ma oggi il vero punto di partenza per portare a casa questi soldi è snellire alcune procedure, c’è un ritardo e dobbiamo capire come poterlo gestire insieme. Non c’è bisogno di alzare degli scudi, dobbiamo gestire questa fase e poi le colpe le vedremo, ma mi interessano poco”, aggiunge. Il sottosegretario parla poi del Ponte sullo Stretto di Messina. “Matteo Salvini che sta facendo un lavoro enorme, sta cercando di far ricadere gli investimenti fermi da tantissimo tempo, quando vedo invece gli attacchi sul Ponte capisco che ci rimangono male quando vedono Salvini che arriva dal Nord a Sud e crea un Ponte, non ci sono infrastrutture in Sicilia? ma le infrastrutture sono annesse e connesse al Ponte. Noi dobbiamo far sì che il Sud acceleri la sua crescita – prosegue – e non si può pensare che lo si faccia senza infrastrutture, il Pnrr già svolge una buona progettualità su quelle ferroviarie, oggi questa grande sfida che parte anche dal ponte e farà sì che in Italia ci sia una visione più europeista. Ogni infrastruttura che va portata a termine è un vantaggio per il Paese, questa è grandissima opera e bisogna pensare a quanti lavoratori ci saranno, quante aziende locali potranno interagire. Io credo che la politica del ‘nò abbia avuto una sua stagione che è terminata”.
Per quanto riguarda la riforma del fisco Durigon spiega la necessità di far sì che “le aziende rimangano in Italia, ma è necessario anche dare forza al salario dei lavoratori. Sento tante sciocchezze quando si parla di salario minimo ma credo che oggi serva un abbattimento del cuneo fiscale sia per le aziende che per il lavoratore. Siamo già intervenuti in finanziaria dando delle risposte, sicuramente non esaustive dato il livello d’inflazione, ma è un indirizzo di governo e credo che giocheremo questa partita sul taglio del cuneo”, osserva. Infine l’Europa: “Sono molto onesto, credo che non ci possiamo permettere di non essere in Europa e gestire questa fase economica con l’Europa, ma nello stesso tempo non ci possiamo permettere di non discutere con l’Ue o sarebbe un rapporto non equo, credo sia giusto portare avanti le nostre idee altrimenti diventa difficile. Vediamo che altri paesi hanno un’influenza maggiore rispetto a noi”, conclude Durigon.
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