“Non posso vivere senza di te” è una frase che sentiamo spesso ripetere nelle canzoni, nelle poesie o nelle conversazioni di tutti i giorni. Per non parlare della radio, della televisione con le sue telenovelas, melodrammi e di tutti gli altri spazi dedicati all’intrattenimento. Di primo acchito, spesso non ci rendiamo conto che si tratti di una forte dichiarazione di dipendenza.
Si parla anche dell’altra metà della mela, di “io senza te non sono nulla”, di “con te fino alla fine del mondo”. La cruda realtà, tuttavia, ci rivela che dietro a simili dichiarazioni di impegno, talvolta così innocenti, può nascondersi molto di più. Spesso è fra i meandri di queste parole che si cela un temuto nemico: la dipendenza.
Siamo in grado di capire quando passiamo dall’amore alla dipendenza? Non è facile stabilirlo, in particolar modo perché l’orgoglio e la paura di restare soli ci coprono gli occhi con una benda che ci impedisce di vedere la realtà. Tuttavia, esiste un elemento infallibile per individuare casi di questo tipo: se la vostra relazione vi fa soffrire, ma non riuscite a staccarvi, è possibile che si sia trasformata in dipendenza.
Vivono costantemente attaccati al telefono per controllare quando il proprio partner è online; e se è in linea, ma non saluta subito, ecco che cominciano i dubbi, la paura, la rabbia, i sospetti. In realtà, semplicemente, non può rispondere perché è nel bel mezzo di una riunione, a lezione e via dicendo. C’è anche la possibilità che in quel momento non abbia voglia di rispondere, fattore che non indica che ami di meno il partner.
È per motivi come questi che molte relazioni si concludono o affrontano terribili crisi. Voler sapere sempre dov’è il partner, cosa fa, cosa pensa o cosa non pensa è un chiaro segno di dipendenza emotiva. I social network si trasformano in scenari di fraintendimento. La luce che segnala una notifica di Facebook o Whatsapp si è trasformata in un dito accusatorio.
Così come lo è diventato non sentirsi importanti per l’altra persona. “Cosa succede, perché non sei più geloso? Non ti interessa neanche sapere con chi sono uscito/a?”. Siamo arrivati a peccare di omissione. È a questo punto che l’amore, anziché essere nutrito nell’ottica di una crescita comune, mostra una delle sue peggiori facce e lascia spazio all’insicurezza.
Bisogna salvare la relazione ad ogni costo. È come afferrarsi all’ultimo relitto di una nave rimasto dopo il naufragio. Non importa che il dolore si sia moltiplicato. L’unica cosa che conta è non permettere, per nessun motivo, che quella persona si allontani lasciandoci alla deriva.
Non mangiamo più, non dormiamo. Si abbassano le nostre difese immunitarie e ci ammaliamo. In questo momento, facciamo ricorso alla manipolazione – lui o lei sono i responsabili della disgrazia. Se decidono di lasciarci, non ha più senso lottare, “ho bisogno di te perché se non ci sei, non sono nulla”.
Ed è così che il partner arriva a sentirsi sotto pressione e persino in colpa per la situazione. Anche se magari non ama più, decide di rimanere. Non vuole vivere i suoi giorni con la responsabilità di aver inflitto un grave danno all’altra persona. Non se lo perdonerebbe. A questi livelli non si può più parlare di amore: nonostante la relazione continui, ormai si è trasformata in una fonte di dolore.
Come per qualsiasi altro aspetto della vita, il primo passo è riconoscere di avere un problema. Accettare che di quella relazione meravigliosa di un tempo non rimane altro che un impegno che, probabilmente, manteniamo per abitudine o per paura. Occorre affrontare la realtà con decisione e coraggio.
Capita di frequente di idealizzare l’altro e non riuscire a superare le prime fasi dell’innamoramento; ciò comporta l’incapacità di stabilire nuove relazioni, poiché non si fa altro che paragonare ogni uomo o donna che si incontra al proprio ex partner. La dipendenza porta con sé il rifiuto verso tutto quello che non rientra nella figura idealizzata.
In questi casi è fondamentale parlare chiaramente e senza giri di parole. Non si tratta di imporre il proprio punto di vista né di cadere nella manipolazione. L’ideale è essere sinceri, dire la verità e liberare l’altro da un amore che ormai non è più sano, ma velenoso.
La rottura con una persona che amiamo ancora porta inevitabilmente con sé del dolore. È un sentimento simile a quello che proviamo quando viene a mancare un essere amato. All’inizio ci rifiutiamo di accettare che quella persona non sarà più al nostro fianco. Subito dopo, veniamo sommersi dalla tristezza e tormentati dai ricordi dei momenti passati insieme. Infine, dopo tanta sofferenza, assimiliamo la perdita: qualcosa scatta dentro di noi e ci sentiamo finalmente pronti a ricominciare.
Source: lamenteemeravigliosa.it
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