Approda oggi pomeriggio in aula alla Camera la legge per il superamento dei vitalizi ai parlamentari che porta la firma del portavoce della segreteria del Pd Matteo Richetti. L’approvazione, salvo imprevisti e colpi di scena nelle singole votazioni, è attesa per domani mattina. Sulla carta la convergenza Pd-M5s sulla pdl Richetti non pone problemi di numeri a Montecitorio. Mentre lo stesso non potrà dirsi quando, con molta probabilità ormai dopo la pausa estiva del Parlamento, il testo andrà al voto a palazzo Madama. Motivo per cui il M5s avrebbe preferito alla legge una delibera dell’ufficio di presidenza della Camera in modo da rendere ceto il superamento dei vitalizi almeno per gli ex depuatti. “Noi – dice al Tg 1 Danilo Toninelli, capogruppo M5s in commissione Affari Costituzionali, sosteniamo e voteremo la pdl Richetti anche se non è la nostra proposta. E ci auguriamo che sarà approvata. Abbiamo però una grandissima paura. Bisogna stare molto attenti: il Pd ha detto che la vuole portare in aula, non che la vuole votare e approvare…”. Ad alimentare il clima di sospetti e diffidenza della vigilia c’è anche l’annuncio che Beppe Grillo e Davide Casaleggio saranno oggi pomeriggio di persona in tribuna alla Camera per vigilare sul primo voto del Parlamento sull’abolizione dei vitalizi. Dal Nazareno il Pd respinge al mittente sospetti e diffidenze. “Sarà una giornata importante: va in aula la riforma dei vitalizi parlamentari che porta la firma di uno dei più autorevoli dirgenti del Pd Matteo Richetti. E sarà approvata con i voti di tutto il partito”, ha affermato ai microfoni del Tg1 il capogruppo dem in Affari Costituzionali Emanuele Fiano.
Una legge, quella sui vitalizi, che secondo i grillini “riguarda 2500 parlamentari e i consiglieri regionali e provinciali”, e che tenteranno in Aula pochi cambiamenti. Intanto il criterio di “rinunciabilità”, ovvero poter inserire che i parlamentari che vorranno potranno essere liberi di fare a meno dopo i 65 anni dei vitalizi. E poi un’altra modifica che sara’ a firma Di Maio, riferiscono fonti parlamentari, ovvero se in futuro si allungheranno i tempi per l’eta’ pensionabile il criterio dovra’ valere anche per i parlamentari. Nessuna intenzione di fare barricate ma la preoccupazione e’ per quando la legge varchera’ il portone di palazzo Madama, visto che – e’ l’osservazione che viene fatta – piu’ della meta’ dei senatori ha piu’ di 60 anni e ha fatto piu’ di due legislature. Si teme quindi che dopo il probabile via libera di domani al ddl Richetti possa subire uno stop. Il Pd si riunirà in mattinata. Nella riunione di gruppo e’ prevedibile che emergeranno anche malumori perche’ la convinzione soprattutto degli orlandiani e’ che sia sbagliato inseguire i Cinque stelle, ma i vertici dem intendono serrare i ranghi. Del resto Renzi da sempre ha insistito sulla necessita’ di imporre una svolta. Non mancheranno distinguo anche nelle altre forze politiche nell’Aula di Montecitorio. FI per esempio e’ divisa e alla fine potrebbe optare per la liberta’ di coscienza. “Il Pd da’ la vittoria morale a M5s”, dice Rotondi.
Al Senato invece da oggi sara’ scontro sulle banche venete. “Ci sono alcune criticita’, soprattutto sulla questione della responsabilita’ dei manager”, sottolineano fonti dem che lavorano al dossier ma il governo porra’ la questione di fiducia e anche se i numeri della maggioranza si sono ristretti ci dovrebbe comunque essere disco verde al dl. Poi nell’agenda di palazzo Madama figurano il dl Mezzogiorno e il provvedimento sulla concorrenza ma i riflettori di fatto sono gia’ puntati sulla legge di stabilita’ che sara’ terreno di scontro alla ripresa dei lavori parlamentari. L’esecutivo inserira’, anche su input di Renzi, misure sul cuneo fiscale con la decontribuzione stabile per il primo lavoro, ma si attende di capire soprattutto quale sara’ l’atteggiamento del Movimento dei democratici e dei progressisti. “L’interlocutore sara’ Pisapia”, mette in chiaro un fedelissimo dell’ex sindaco di Milano ma anche oggi il coordinamento di Articolo 1 ha ribadito la necessita’ di chiedere con forza una totale discontinuita’ con il Pd. Gentiloni sta lavorando per sminare il percorso della legge di bilancio anche se preoccupano i numeri proprio di palazzo Madama, visto che ulteriori defezioni dai centristi potrebbero registrarsi – come segnale nella partita sulla legge elettorale – proprio in concomitanza con il voto sulla nota di aggiornamento del Def. Renzi intanto gia’ prepara l’agenda per la prossima campagna elettorale, provvedimenti a sostegno delle famiglie e la riforma dell’Irpef sono misure che verranno rilanciate in occasione delle Politiche, non prima. Intanto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo aver osservato che per il sistema bancario italiano e’ stata trovata “la migliore soluzione possibile”, ha tracciato la necessita’ di percorrere una strada di unita’ proprio sulla ‘Finanziaria’: “Dopo anni di crisi economica e di stagnazione, grazie ad uno sforzo congiunto che ha fatto leva, prima di tutto, sui sacrifici degli italiani, il Paese – ha spiegato la prima carica dello Stato – ha registrato una graduale inversione di tendenza, ora e’ indispensabile e urgente conseguire l’obiettivo di ‘mettere in sicurezza’ questo andamento”.
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