MILANO (ITALPRESS) – Basta guardare gli occhi pieni di stupore dei bambini per capire che l’obiettivo è stato raggiunto. Anche quest’anno il Festival Internazionale dell’Ingegneria, arrivato alla sua quarta edizione, ha attirato decine di famiglie, che hanno sfidato il tempo incerto di Milano per soddisfare la curiosità di vedere all’opera docenti e studenti del Politecnico. Una tre giorni iniziata venerdì 13 settembre e che si concluderà domenica 15. La missione è avvicinare quante più persone possibili al mondo della scienza, sfatando il mito che l’ingegneria sia solo un insieme di algoritmi e formule complicate. “Vuole essere una vera e propria festa”, afferma la professoressa Isabella Nova, prorettrice delegata del Politecnico. “Crediamo che ricerca, innovazione e tecnologia siano e debbano essere una delle basi fondanti su cui costruire un futuro sostenibile. Vogliamo sfatare il mito della difficoltà delle materie Stem facendo toccare con mano quello che fa un ingegnere”.
Tema di questa edizione è “Technology for Humanity”, che prevede un percorso di cinque cluster: Play, Grow, Make, Dream e Move. Proprio il gioco è il primo tassello, destinato soprattutto ai più piccoli. Tantissime le attività per i bambini nella fascia dai 6 ai 13 anni: dal capire come si arriva al filo di seta partendo dal bozzolo prodotto dal baco al realizzare una bussola artigianale per ritrovare sempre il nord, passando per la lezione di chimica interattiva tra provette colorate, vapori e reazioni di ogni tipo. “Sono tutti modi per far sì che si sviluppi fin da piccoli la tendenza verso le materie scientifiche, in particolare sul fronte della progettazione. La nostra ambizione è di formare questi bimbi come ingegneri, un giorno”, sostiene ancora la professoressa Nova.
Per gli adolescenti, invece, da quest’anno sono stati pensati ad hoc l’Escape room matematica, la guida autonoma e la meccanica del metaverso. Tanto intrattenimento anche per gli adulti, che hanno a disposizione più di 25 stand e 25 incontri formativi durante i quali possono approfondire le nuove frontiere della tecnologia guidati dai docenti del Politecnico. Tra gli argomenti di discussione, le sfide dell’intelligenza artificiale e la sostenibilità nelle missioni spaziali, oltre alla mobilità elettrica e ai mille volti del nucleare.
Tra i punti forti del Festival ci sono poi le grandi infrastrutture, come la Galleria del Vento in cui si mette alla prova la resistenza dei ponti e il simulatore di guida, in una pedana 6 metri per 6 che catapulta virtualmente su un circuito che esiste davvero e si trova in Canada. Chi non ha paura di restare solo con i propri pensieri può provare a entrare in una silenziosissima camera anecoica, mentre gli amanti dello spazio possono approfondire gli studi in corso sui satelliti. Largo anche a chi ha un debole per i motori: tra gli stand che accolgono i visitatori si può infatti ammirare l’auto a guida autonoma che ha partecipato alla 1000 Miglia.
Tutte le giornate, dense di appuntamenti e attività laboratoriali per grandi e piccoli, sono movimentate fino a sera grazie agli spettacoli dedicati alla musica e all’AI con Alex Braga e Rocco Tanica. Non mancano gli ospiti, numerosi e di spessore. Dall’esploratore delle terre estreme Alex Bellini, passando per l’inventore di Arduino Massimo Banzi e il confronto fra gli architetti Carlo Ratti e Cino Zucchi, fino alla scoperta delle case che in futuro si costruiranno nello spazio con Chiara Cocchiara e Valentina Sumini, ce n’è davvero per tutti i gusti.
A essere coinvolte non sono solo le strutture del Campus Bovisa. La grande novità di questa quarta edizione è stata infatti il Fuori Festival, organizzato in collaborazione con ATM, il Civico Planetario “Ulrico Hoepli” di Milano e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. “Si sono prestati tutti a fare da sedi a iniziative e ad attività che sponsorizzano la tecnologia nelle sue diverse forme, quindi hanno contribuito a un ampliamento della comunità e del territorio che circonda il Festival”, conclude la professoressa Nova.
Tra visori per la realtà aumentata, lezioni teoriche e banchi allestiti dalle associazioni studentesche, va in scena uno spettacolo che ricorda a tutti che la scienza sa anche essere divertente, con genitori e figli uniti dalla stessa espressione di sorpresa davanti agli effetti di una semplice reazione chimica.
– Foto f12/Italpress –
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