Pietro Castellitto non si piega alle dinamiche dello star-system e sceglie attori non perche’ ‘sono di moda’ ma perche’ giusti per quel ruolo. Per il suo esordio alla regia con ‘I predatori’ ha composto un cast fatto di attori di teatro (ma anche del cinema), come Massimo Popolizio o Manuela Mandracchia, e comici, come Dario Cassini e Giorgio Montanini.
VENEZIA – ‘E’ nata una star’? La risposta e’ si’, citando il film di Lucio Pellegrini con protagonista
Pietro Castellitto. Due grandi occhi azzurri, capelli irrequieti come il caos interiore che lo spinge a fare cinema, figlio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, regista, attore e sceneggiatore. Lui e’ Pietro Castellitto,
cresciuto tra settima arte e letteratura, che tornato alla
Mostra del Cinema di Venezia, per la prima volta da regista, con ‘
I predatori‘, (a due anni da ‘
La profezia dell’armadillo‘ di Emanuele Scaringi in cui ha interpretato Secco)
ha conquistato il premio per la miglior sceneggiaturanella sezione ‘
Orizzonti‘. “Ho smesso di fare l’attore a 21-22 anni e visto che le energie che uno ha sono limitate mi sono messo alla regia”, ha detto il giovane e promettente Castellitto durante un incontro stampa al Lido. “Ho scritto questo film perche’
ho conosciuto abbastanza presto il fallimento e quindi ho incanalato tutta la frustrazione ne ‘I predatori’. L’aver capito che l’attore non dovevo piu’ farlo -ha continuato il regista e attore- mi ha portato a quella liberta’ mentale di poter fare la regia. Ed ho iniziato a fare l’assistente alla regia sul set di papa’, portavo da mangiare agli attori. Questa esperienza mi ha fatto capire come funziona il set, quando si fa l’attore non lo percepisci piu’ di tanto”.
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