Colui che versa l’acqua.
Il latino “versare” da cui è nato il verbo significa “girare o far girare” cioè “smuovere”, inteso come commuovere, cioè smuovere lo spirito di qualcuno per indurlo ad agire o per agire su di lui.
Lo stesso versare ci da anche versatile, che cambia facilmente, che è movibile. Infine versare derivante da vertere, versum, significa anche girare, rigirare, riversare, in senso figurato è anche convertire e conversare. Anche vertebra deriva da vertere.
Simbolicamente quindi colui che versa, cambia il corso delle cose.
Vuota il contenuto del suo cervello, rappresentato dall’anfora, i suoi pensieri, le sue idee, la sua aspirazione, rappresentati dall’acqua che scorre, lungo la sua colonna vertebrale, per smuovere, commuovere, convertire. L’acquario riunisce le acque In-alto e le acque In-basso che, furono separate all’inizio dei tempi.
La coscienza dell’uomo risiede nella mente, per cui vuotandone il contenuto lungo la colonna vertebrale, si libera dalle maglie di questa catena che compongono l’albero vertebra. Houlyah, in ebraico significa sia vertebra che maglie.
Ma quest’albero è lui stesso che ormai vuol piantare le radici. Liberando il suo spirito e la sua coscienza. Per diventare un essere libero da ogni legame e creare lui stesso le proprie radici, non nella terra della materia, ma nella terra interiore.
Questo rovesciamento dei valori è ciò che la tradizione ebraica chiama “il rovesciamento delle luci”. Si produce nell’uomo quando semina un nuovo germe, nella sua terra interiore e inferiore, per generare una nuova luce che libererà la sua coscienza.
Maura Luperto
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