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Acero: cure e trattamenti

 

Il genere Acer appartiene alla famiglia delle Aceraceae, che annovera circa 200 specie. Originaria dell’America del Nord, dell’Europa e dell’Asia orientale, questa famiglia comprende sia  piccoli arbusti  di un metro circa sia grandi alberi che superano i 40 metri di altezza.

I fiori sono piccoli, riuniti in grappoli gialli o verdi, mentre le foglie palmate variano molto a seconda delle specie, potendo essere semplici o composte e contando da 3 a 7 lobi dalla forma oblunga o lanceolata.

Acero, le specie

Come detto, ci sono più di 200 specie di acero, per cui è davvero impossibile elencarle tutte. In linea generale, si può osservare che le specie americane sono più maestose, potendo raggiungere anche i 40 metri di altezza, mentre quelle originarie del continente asiatico hanno dimensioni più ridotte.

Le specie più diffuse sono :

  • Acer Negundo
  • Acer Palmatum
  • Acer Japonicum
  • Acer Platanoides
  • Acer Pseudoplatanus
  • Acer Saccharinum.

L’acero palmato è la specie maggiormente coltivata da noi, mentre la specie Pseudoplatanus è quella che raggiunge le dimensioni più ragguardevoli, tanto da essere chiamato acero maggiore.

Dalla linfa dell’Acer Saccharinum si ottiene il famoso sciroppo d’acero, la caratteristica melassa utilizzata nei paesi anglosassoni per guarnire le frittelle. Si incide la corteccia, facendo bollire a lungo la linfa ottenuta per concentrare gli zuccheri.

La specie Acero Palmato

Quello coltivato in Italia è l’acero palmato, comunemente chiamato anche acero giapponese.

Si presenta come un piccolo arbusto deciduo, la cui altezza generalmente non supera i 3 metri. Ne esistono centinaia di varietà, che sono state selezionate per il colore o altre caratteristiche delle foglie.

Queste possono essere a cinque o sette lobi, con margine dentellato o seghettato,  oppure finemente frastagliate e completamente divise.

In Italia sono molto diffuse le varietà nane, caratterizzate da fogliame compatto  di colore scuro, vivace e brillante, dai  toni porpora-violacei fino al marrone.

Ci sono alcune varietà che mantengono il colore rosso per tutto l’anno, mentre a volte le foglie cambiano tonalità prima di cadere in autunno, creando gradevoli effetti cromatici nei boschi e nei parchi cittadini.

La coltivazione dell’acero

L’acero palmato è una pianta estremamente adattabile , che cresce spontaneamente nei boschi collinari delle zone temperate, ma la sua bellezza e le sue dimensioni contenute lo rendono particolarmente indicato anche per la coltivazione in vaso.

Infatti, gli aceri  palmati coltivati tramite innesto che troviamo nei vivai raggiungono una dimensione media di 120-150 cm, per cui riescono a crescere e proliferare anche nei giardini dagli spazi molto ristretti, in cui alberi di altre specie non riuscirebbero a svilupparsi.

Vediamo come coltivarli in vaso o nel giardino di casa.

Acero, piantumazione

La pianta di acero, una volta acquistata in vivaio, va messa subito a dimora in un vaso o nella terra, senza lasciarla attendere.

L’impianto va effettuato nel periodo ottobre e marzo, utilizzando un vaso molto capiente, del diametro di 60-70 cm e dotato di un’adeguata profondità.

Oppure, per la messa a dimora definitiva, si scava una buca molto profonda e larga il doppio della porzione di terra necessaria a coprire le radici.

Il terreno deve essere umido e molto ricco di humus. Si consiglia pertanto di fertilizzarlo con l’aggiunta di torba e sabbia di fiume pulita.

Acero, tipi di terreno

Per l’acero il terreno ideale è di tipo torboso non calcareo con ph leggermente acido, poiché questa pianta non tollera un elevato livello di alcalinità. Il substrato di coltivazione inoltre deve essere fresco, piuttosto profondo e ricco di sostanza organica.

 È fondamentale, infine, che sia ben drenato, in quanto l’acero non tollera i ristagni idrici.

L’esposizione ideale dell’acero

L’esposizione ideale è a est o nordest, in una posizione a mezz’ombra e riparata dai venti . L’acero infatti tollera bene le temperature rigide, mentre invece soffre se sottoposto a lungo alla luce diretta del sole.

L’ideale sarebbe esporlo per qualche ora ai raggi del sole, magari durante la mattinata, mentre nel pomeriggio tenerlo a contatto con un’ombra luminosa.

L’ elevata temperatura e la siccità possono portare al disseccamento e all’accartocciamento delle foglie. Nella stagione estiva, si consiglia di nebulizzare le foglie nelle ore serali, per mantenerle umide anche durante la notte.

Quando annaffiare  l’acero

Soprattutto dopo l’impianto, la pianta necessita di frequenti irrigazioni, poiché sviluppa una rete di radici fibrose in superficie, abbastanza esigenti dal punto di vista idrico.

Questa pianta è in grado di sopportare la siccità, ma solo per brevi periodi. Va annaffiata pertanto ogni volta che il terreno è secco.

Come detto, il terreno va mantenuto umido ma ben drenato, poiché l’acero non sopporta i ristagni d’acqua.

Acero, manutenzione

Dopo l’impianto, si consiglia di coprire il terreno con una buona pacciamatura formata da letame maturo o foglie.

Quest’operazione aiuterà a tenere lontane le erbe infestanti, contribuendo a mantenere il giusto grado di umidità delle radici.

Si consiglia di non utilizzare troppo azoto, poiché impedirebbe la lignificazione dei germogli tardivi, rendendoli vulnerabili alle gelate invernali.

Come e quando potare l’acero

La potatura può avere uno scopo contenitivo, oppure può essere praticata per conferire all’albero una forma migliore.  Quest’operazione differisce a seconda delle varietà considerate, ma generalmente si effettua una potatura dei rami basali negli esemplari giovani, mentre non è necessario effettuarla negli esemplari maturi. In questo caso si esegue una potatura di mantenimento o di ringiovanimento, eliminando i rami spezzati, vecchi o secchi.

Il periodo ideale per la potatura è l’inverno, perché lontano dall’attività vegetativa, o a marzo, prima che si aprano le gemme.

Dopo è sconsigliato effettuarla, in quanto il legno, essendo in piena fase vegetativa, riversa molta linfa all’esterno che impedisce la corretta cicatrizzazione dei tagli.

Acero, cure  e trattamenti

L’acero viene attaccato da malattie fungine come la ruggine, la verticillosi o l’oidio. Negli esemplari giovani, queste malattie possono danneggiare il fogliame, mettendo di conseguenza a repentaglio la vita stessa della pianta.

Gli alberi adulti invece difficilmente vengono attaccati da questi funghi e comunque, anche in caso di attacco, non manifestano alcuna sofferenza. Per debellare queste malattie occorre somministrare dei fungicidi a base di rame o zolfo.

Soprattutto nel periodo primaverile, gli aceri sono oggetto inoltre  di attacchi da parte di parassiti animali che si installano sulle foglie o sui nuovi germogli.

Tra di essi, vi sono gli afidi, il ragnetto rosso e la cocciniglia. Per questo motivo, nel periodo autunnale o all’inizio della primavera, prima della ripresa vegetativa, è consigliabile effettuare trattamenti con antiparassitari specifici.

Come si effettua il trapianto dell’acero

Il trapianto nel terreno può essere effettuato quando l’alberello abbia sviluppato completamente l’apparato radicale. Si tratta di una fase delicata, da effettuarsi preferibilmente alla fine dell’inverno, prima che si aprano le gemme.

Bisogna scavare una buca di dimensioni adeguate, avendo cura di posizionare il colletto, ovvero la zona di passaggio tra fusto e radice, ad un livello più alto rispetto a quello del terreno circostante.

Acero, la concimazione 

Per quanto riguarda la fertilizzazione, questa pianta necessita di concimazioni leggere. In autunno andrebbe utilizzato concime organico maturo, mentre in primavera si può nutrire la pianta con del fertilizzante granulare a lenta cessione.

Come avviene la moltiplicazione dell’acero

 La moltiplicazione avviene per stratificazione dei semi o per talea di legno tenero. I frutti dell’acero, le samare, si aprono liberando i semi, della lunghezza di 5-8 mm, che vengono dispersi grazie al vento.

Essi sono caratterizzati da una cuticola esterna impermeabile. Pertanto  per germogliare  devono passare attraverso il processo di stratificazione.

Affinché avvenga la germinazione, è  necessario riporre i semi  in una busta di plastica con poca sabbia e attendere almeno 90  giorni.

La moltiplicazione per talea si effettua a ottobre. Si stacca un rametto della lunghezza massima di 15 cm, con almeno una gemma. Si impianta nel terreno ben drenato e si attende che si sviluppi l’apparato radicale. Dopodiché si mette a dimora nella terra.

Acero, curiosità e simbologia

Nella cultura celtica, gli aceri erano considerati alberi sacri e dotati di poteri magici.

Nella civiltà latina, invece, gli aceri assunsero un valore negativo, poiché vennero associati al dio Fobos, il dio della paura. Forse questa credenza deriva dalla circostanza che le foglie degli aceri divengono rosse in autunno, e questo colore venne collegato al sangue, alle ferite e alla guerra.

La simbologia negativa dell’acero è stata assorbita e rivisitata in chiave positiva dalla cultura canadese. In Canada, infatti, il colore rosso delle foglie d’acero, tradizionalmente accostato al sangue, è divenuto sinonimo di coraggio e impavidità in battaglia. In questo Paese, quindi, l’acero è un simbolo di virtuoso eroismo, tanto che la foglia d’acero campeggia non solo al centro della bandiera nazionale, ma anche sulle divise militari.

Angela Petrella

Source: greenme.it

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