Qualsiasi tipo di resistenza è un ostacolo sul nostro cammino, ogni negazione della verità è una benda in più sugli occhi.
Un aspetto molto presente nella psicologia attuale è l’importanza di imparare a lasciar andare, di realizzare dei cambiamenti e di chiudere dei cicli. In apparenza, tutto questo sembra facile e vantaggioso, ma nasconde una realtà che non possiamo ignorare. Non tutto nella nostra vita può essere cambiato e non possiamo “sradicarci” da certi posti, da certe realtà, non è tutto bianco o tutto nero.
Possiamo non andare per nulla d’accordo con il nostro capo, ma adorare il nostro lavoro e il rapporto che abbiamo con i colleghi. Possiamo avere una relazione molto complicata con i nostri genitori, segnata da forti alti e bassi, ma non per questo crediamo di dover recidere definitivamente il nostro legame con loro.
Il nocciolo di tali questioni mostra un concetto molto chiaro: viviamo in uno scenario in cui abbondano i colori grigi, gli azzurri intermedi, le mattine di tormenta e i pomeriggi luminosi. Ci sono aspetti della nostra vita che ci tolgono la calma e talvolta persino l’equilibrio personale. Tuttavia, tutto ciò che avvolge questi focolai di avversità oscillante non è significativo.
In che modo potremmo affrontare queste situazioni per smettere di vivere “una felicità a metà”? Ora vi daremo le risposte.
Oggigiorno, in questo mondo dove il consumismo ci invita spesso a disfarci delle cose con una certa frequenza per sostituire gli oggetti noiosi con quelli stimolanti e quelli vecchi con quelli nuovi, è difficile includere concetti come l’accettazione nel nostro quotidiano. Le cose da accettare instillano sempre un senso di sconfitta in molte persone, una certa sensazione che fa dire “non mi resta altra scelta…”.
La psicologia positiva e la stessa Terapia di Accettazione e Compromesso (ACT) ci aiutano a concepire i fatti in un altro modo. La prima cosa da fare è imparare a favorire una vera e propria flessibilità psicologica. Pensiamo, ad esempio, ad un ramo di erica aggrappato ad una montagna spesso colpita intensamente dal vento. Non si rompe perché è flessibile, non è come i rami degli alberi rigidi ed ostinati su cui gli agenti atmosferici finiscono sempre per avere la meglio.
Adesso provate a visualizzare una madre ossessionata dal controllo, con cui avete sempre avuto un rapporto complicato. Arriva un momento in cui dovete per forza porvi questa domanda: “cosa faccio, mi allontano da lei per sempre oppure accetto e me ne sto zitto?”. La terapia di accettazione non vi dirà mai di soccombere, di lasciarvi sconfiggere dalle insidie e dalle influenze negative. Affrontiamo l’argomento più a fondo.
Secondo la Terapia di Accettazione e Compromesso, la sofferenza fa parte della vita. Tuttavia, è necessario imparare a gestirla, a capirla e a trasformarla. Se mettete in pratica la rigidità psicologica, non farete altro che alimentare un circolo vizioso in cui perderete la possibilità di scegliere liberamente il vostro comportamento rispetto ai problemi quotidiani.
Applicando questi principi, riusciremo gradualmente a creare sane distanze, grazie alle quali, le parole non feriranno più. Gli altri possono continuare a vivere nei loro altari turbolenti, perché per noi non sarà più un problema. Sappiamo chi siamo e quanto valiamo.
Sappiamo che ci sono cose da accettare perché abbiamo imparato a gestire il loro impatto sulla nostra vita. Perché, in fin dei conti, gli altri aspetti che ci circondano non sono importanti, dunque possiamo continuare a scorrere, ad avanzare e a costruire una felicità vera.
Lasciar andare è meglio che trattenere, perché significa potenziare, mentre stringere vuol dire limitare.
Tuttavia, ci sono momenti del nostro ciclo vitale in cui consideriamo preziosa ogni cartuccia, in cui il fiato finisce e i resisto ancora per un po’ ci hanno condotto in un vicolo cieco. Si tratta di momenti duri e difficili, in cui solo i coraggiosi sanno qual è la cosa più giusta da fare: lasciar andare, cambiare aria, vita, scenario.
Chiudere una porta per aprirne una diversa non è mai un errore. Certo, la felicità non è mai garantita quando realizziamo un cambiamento; tuttavia, il fallimento peggiore è rimanere a stagnare dove non cresce nulla se non la delusione, dove la nostra autostima si disintegra fino a diventare un grido soffocato, una morte che non ottiene niente.
Imparate ad applicare nella vostra vita questo semplice principio in cui non c’è posto per la paura e l’indecisione: le cose vanno accettate, lasciate andare o cambiate.
Immagini per gentile concessione di Sonia Kosh
Source: lamenteemeravigliosa.it
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