Rinvenuto il diamante più grande della storia: Quando l’imprenditore Thomas Cullinan acquistò, in Sudafrica, un terreno al prezzo contenuto di 52mila sterline, non immaginava che qualche anno dopo avrebbe guadagnato tre volte tanto, dalla vendita di un tesoro nascosto lì sotto e che aspettava solo di essere portato alla luce.
Le due Guerre boere (1880 – 1902) avevano sancito il pieno controllo dell’Impero britannico sul Sudafrica, dove la ricchezza di giacimenti di diamanti e oro aveva scatenato le mire delle potenze coloniali. In questo scenario, uno sconosciuto imprenditore edile, Thomas Cullinan, decise di dare una sterzata alla sua condizione economica, tuffandosi anch’egli nella frenetica corsa alle ricchezze del sottosuolo africano.
Trasferitosi nella periferia di Pretoria, qui aveva messo gli occhi sui terreni di un certo Williem Prinsloo, che fino alla morte aveva detto no a qualsiasi proposta di acquisto. Lui ci riuscì comprando la Elandsfontein farm dagli eredi di Prinsloo, alla modica cifra di 52mila sterline. Nel contempo, fondò nel dicembre del 1902 la Premier Diamond Mining Company, una società per la ricerca e l’estrazione dei diamanti.
Tre anni più tardi, un giovedì di gennaio, il responsabile della miniera, Frederick Wells fu attirato dai riflessi luminosi emanati da qualcosa che spuntava dalla roccia, a nove metri dalla superficie. All’inizio pensò a uno scherzo di qualche minatore, tanto che lo mandò ad analizzare convinto che si trattasse di un cristallo di scarso valore. Si sbagliava!
Più tardi apprese che era entrato in possesso di un diamante grezzo, trasparente e incolore, del peso di 3.106 carati (0,62135 kg). Niente di simile era mai capitato tra mani umane. In onore del suo legittimo proprietario, presente al momento del ritrovamento, gli venne dato il nome di Cullinan. La notizia si diffuse rapidamente e non passò molto tempo prima che arrivasse un’offerta d’acquisto da parte del Governo sudafricano, che versò a sir Thomas 150mila sterline.