Prima puntata di Quark: La narrazione della scienza come continua esplorazione delle leggi del mondo e dell’universo conosciuto passando per i piccoli e grandi interrogativi del vissuto quotidiano. Con Quark piacere della conoscenza e spettacolo diventano un connubio vincente.
Guardando alla carriera professionale di Piero Angela viene in mente una pregnante riflessione di Albert Einstein sull’attività dello scienziato, che troverebbe «la sua ricompensa in ciò che Henri Poincaré chiama la gioia della comprensione, e non nelle possibilità applicative delle sue scoperte». Rendere partecipi gli spettatori degli ultimi ritrovati della tecnica e delle conquiste umane più prestigiose, come la conquista dello spazio, è un po’ la sua missione fin dagli esordi come inviato della RAI.
Negli anni Settanta porta la divulgazione scientifica sul piccolo schermo con trasmissioni come Destinazione uomo e Indagine sulla parapsicologia. Dal mondo anglosassone arriva in quel periodo l’esempio di uno dei pionieri dei documentari naturalistici: David Attenborough. È a lui che guarda Angela quando, a cavallo degli anni Ottanta, inizia a mettere nero su bianco il format che ha in mente: un programma innovativo che, attraverso un linguaggio semplice ma avvincente e con la forza delle immagini, spettacolarizzi l’informazione scientifica e il sapere in generale, rendendolo fruibile alla massa.
Una sfida rivoluzionaria per la TV e la società dell’epoca, considerando che non esistono i cellulari, il computer a casa se lo possono permettere in pochissimi e parole come “internet” e “tecnologia digitale” sono pressoché sconosciute. Il messaggio che si vuol far passare è di accompagnare lo spettatore dentro le cose, per cogliere l’intima natura di tutto lo scibile umano; di qui la scelta di chiamare il programma Quark, col nome cioè di una particella fondamentale della materia.
Il debutto avviene mercoledì 18 marzo su RAI Uno, in seconda serata, subito dopo la soap opera statunitense Dallas (trasmessa a partire dal febbraio dello stesso anno). Alle 21.35 sugli schermi parte una sigla dall’accattivante scenografia virtuale, che sembra interagire con il sottofondo musicale, affidato alle immortali note della “Suite in re maggiore” di Johann Sebastian Bach. In apertura c’è un documentario della BBC, descritto dalla voce fuori campo di Claudio Capone, abile doppiatore che resterà nel team di Quark per ventisette anni (dopo la sua scomparsa, sarà sostituito dal 2008 con Dario Oppido).