Nasce il quotidiano “la Repubblica”: Nell’Italia degli anni di Piombo debutta in edicola il quotidiano la Repubblica, che fin dal primo numero si propone di far riflettere sui fatti, più che raccontarli. La sua portata innovatrice nel formato e nel linguaggio lo porta a scrivere una pagina importante del giornalismo italiano, di cui è ancora oggi tra le voci più autorevoli.
L’idea di dar vita a un quotidiano matura nel giornalista 52enne Eugenio Scalfari, dopo l’esperienza felice del settimanale L’Espresso (da lui diretto dal 1963 al ’68) e la parentesi politica come deputato del PSI. Lo spirito moderno nella forma e nei contenuti del primo, unito alla profonda conoscenza della sfera istituzionale, fanno da sostrato culturale al nuovo prodotto editoriale.
L’obiettivo è di dargli una marcata caratterizzazione politica, inquadrabile nella sinistra laica e progressista, che lo porti a prendere posizione su aspetti cruciali della società italiana, creando di fatto un’opinione pubblica che si rispecchia fedelmente nell’ideologia del giornale e del suo fondatore.
L’impostazione dev’essere quella di un giornale nazionale, che ambisce a contendere il primato al Corriere della Sera. Ciò giustifica la scelta del nome la Repubblica, richiamando il senso patriottico e istituzionale del termine.