PALERMO (ITALPRESS) – Un tavolo di confronto sulla sanità del futuro alla luce dei recenti provvedimenti messi in campo dalla politica, purchè al centro vi siano strutture di qualità e prestazioni di livello: questo lo scopo del primo ‘Innogea Talks’, organizzato al Palermo Marina Yachting alla presenza di numerosi esponenti provenienti dal mondo delle istituzioni, della politica e della sanità.
Il titolo del talk, promosso da Innogea a vent’anni dalla sua istituzione, è ‘Qualità e sicurezza delle curè: una strada che tanto le strutture del territorio quanto il Servizio sanitario nazionale puntano a percorrere, utilizzando momenti di confronto come questo per tracciare insieme possibili soluzioni che abbiano come priorità il benessere dei cittadini.
L’evento è stato introdotto dal saluto del sindaco Roberto Lagalla, per tanti anni operativo in ambito sanitario con molteplici competenze: “Il sistema pubblico non sempre è in grado di sostenere la battaglia dell’innovazione. La sanità si è profondamente trasformata negli ultimi decenni, diventando una condizione sostenibile di benessere: non guardiamo alla salute in sè, ma alle sue condizioni di interazione con l’ambiente attraverso strategie di prevenzione. Oggi accanto alla qualità della prestazione medica e sanitaria bisogna avere un’organizzazione ottimale: confido che il governo regionale possa impiegare grandi energie e risorse per la tutela del comparto sanitario”.
Lagalla evidenzia poi come “l’attivazione di buone pratiche su modelli organizzativi e razionalizzazione della spesa diventano elementi fondamentali perchè il processo di avanzamento della sanità si possa consolidare. In Sicilia, in particolare, l’incertezza è legata a un piano di rientro risalente a 18 anni fa: è necessario un ripensamento e un adeguamento alla realtà attuale, ma al contempo servono certezze a livello nazionale per quanto riguarda l’applicazione dell’autonomia differenziata, quindi sulla possibilità di non avere arretramenti sul piano dei finanziamenti e del riconoscimento delle pari opportunità”.
Per il presidente di Innogea Marco Lampasona il miglioramento della qualità delle cure passa anche da appuntamenti come quello odierno, fatti di “confronto e condivisione di esperienze tra ospedali. Spero che in futuro possano esserci più omogeneità e uguaglianza nel Servizio sanitario nazionale, che spesso invece ha prestazioni ed esiti a macchia di leopardo: auspico inoltre che la concorrenza in ambito sanitario assuma sembianze completamente diverse dagli altri settori, al fine di raggiungere in un disegno armonico gli obiettivi di salute del nostro paese. Per vent’anni siamo stati al fianco degli ospedali di tutta Italia, riteniamo giusto che i cittadini abbiano accesso a cure uguali nell’intero territorio”.
Presente a Innogea Talks anche la presidente di Aiop Sicilia Barbara Cittadini, la quale solleva perplessità nei confronti del ddl concorrenza in quanto “penalizza le strutture di diritto privato. Se è finalizzato a misurare la qualità delle strutture mi chiedo perché questo avvenga per la componente di diritto privato e non anche per quella pubblica: è una normativa che nasce in contrasto con tutto ciò che regolamenta la componente privata e non prevede una programmazione sanitaria, né in termini di investimenti”.
Cittadini si sofferma poi sul problema delle liste d’attesa: “Il nostro paese non ha investito tantissimo in sanità durante la fase pandemica, soprattutto se si fa il confronto con realtà come Francia e Germania: già nel 2019, prima del Covid, denunciammo il problema delle liste d’attesa, poi nel 2021 è esploso e oggi ci troviamo ad affrontare la questione con risorse insufficienti”.
Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, rilancia invece le perplessità sull’autonomia differenziata, evidenziando come la posizione della Federazione nazionale dei Medici “è stata molto critica: ovviamente la accettiamo e ci adegueremo, ma presseremo parecchio per avere chiarezza su quali siano le responsabilità delle regioni. Vigileremo anche sulla qualità e sicurezza delle cure: in una regione che non ha bilanci floridi è quantomeno importante che si possa garantire un’assistenza adeguata a chiunque ne abbia bisogno”.
Altra questione delicata per Amato è la carenza di medici che, soprattutto in Sicilia, “è un problema serio, su cui non potremo assolutamente fare le nozze con i fichi secchi: chiediamo con forza che si possa rivedere la situazione dei nostri medici, sia del territorio sia ospedalieri, affinchè possano partecipare attivamente alla programmazione”.
All’appuntamento ha preso parte anche l’Associazione religiosa istituti sociosanitari (Aris) con il presidente nazionale Virginio Bebber e il presidente regionale Domenico Arena. Il primo sottolinea come “la sanità è un servizio e come tale deve mettere al centro l’uomo: la concorrenza va bene per offrire un servizio di massima qualità, ma non si smetta mai di considerare l’uomo come riferimento”.
Più netto il giudizio di Arena, secondo il quale “la concorrenza al nostro settore non serve, l’umanizzazione delle cure non deve mai essere messa in discussione: siamo aperti a un confronto con il ministero per le modifiche normative che possano migliorare il settore sanitario, non chiediamo la luna ma solo che si torni a dare giustizia a un settore fondamentale per l’Italia”.
In particolare, spiega, “sul decreto concorrenza abbiamo proposto un emendamento che chiedesse da un lato la soppressione della pubblicazione da parte delle regioni di criteri oggettivi di selezione, dall’altro la contrattualizzazione al posto della selezione dei soggetti privati chiamati a valorizzare le prestazioni sanitarie”.
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