Drunkoressia: la “dieta” dell’alcol
- di Marco Managò
E’ uno dei disturbi alimentari meno conosciuti. Ed è un pericolo, soprattutto per i giovani
La drunkoressia è, attualmente, uno tra i disturbi alimentari meno conosciuti ma radicati nel mondo occidentale (compresa l’Italia) e consiste nel limitare l’assunzione di cibo e calorie pur di ingurgitare grandi quantità di alcol senza ingrassare. E’ altrimenti conosciuta come drunkorexia, drankorexia o anoressia da happy hour (la stessa presenza di più termini simili per definirla, dimostra come non sia universalmente riconosciuta a livello medico). La convinzione, di chi ne è affetto, è ritenere l’assunzione delle calorie derivanti dall’alcol come sufficiente per nutrirsi e vivere, senza aumentare di peso.
Il disturbo
Tutto ciò è, ovviamente, errato poiché l’alcol non contiene i principi alimentari essenziali per vivere ed è tossico per molti tessuti, fra cui le mucose gastrointestinali. E’ definita drunkoressia poiché è un misto fra l’alcolismo e l’anoressia e suggella tutte quelle abitudini proprie dello “sballo notturno” (tra cui il binge drinking, ossia bere, a ritmi senza sosta, più alcol possibile) per aver più scioltezza e meno timidezza nell’instaurare rapporti interpersonali.
Drunkoressia, moda choc
Le mode dei giovani nascono per quel senso di sfida verso il mondo, colpevolmente slegato (complice l’inesperienza della precoce età) da un’idonea valutazione degli eventuali rischi connessi. Tali comportamenti derivano anche dal bisogno di mostrare le proprie bravate attraverso i social e da questi, a loro volta, ne traggono linfa. Alcune volte le mode sono passeggere, in altri casi, purtroppo, permangono con pervicacia e rischiano di minare in modo irrevocabile la salute dei soggetti compromessi.
Sballo a ogni costo
Un altro elemento inquietante di questa patologia è l’assumere alcol a stomaco vuoto, se necessario anche liberandosi attraverso il vomito o con l’uso di lassativi e diuretici. In tal modo, si sublima l’obiettivo: introdurre calorie e nutrimento solo attraverso l’alcol. E’ comprensibile come l’assunzione di forti dosi di alcolici a stomaco vuoto sia un danno enorme per il corpo umano e favorisca un’immediata e pesante ubriachezza.
Farsi del male
Evitare il primo cocktail offerto, così il secondo, poi lo shottino (un bicchierino consumato tutto d’un fiato) e il superalcolico, vuol dire ricevere il biasimo dal resto del gruppo, rischiando l’emarginazione, poiché deboli e incapaci di essere come gli altri. Una società davvero responsabile dovrebbe sorprendersi per come si possa arrivare a pratiche così estreme e autolesioniste.
Dati
Tutto questo avviene mentre l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha prescritto il divieto di consumo di alcolici sino ai 15 anni di età. La fascia di età più esposta è quella dei giovanissimi: dalla tarda adolescenza (14 anni) alla prima giovinezza sino alla soglia dei 27 anni. In Italia il fenomeno riguarda circa 300.000 giovani (la maggior parte di sesso femminile), la birra è la bevanda preferita e, geograficamente, le zone più colpite sono quelle del Nord. Le ragazze subiscono maggiormente, a livello fisico, gli effetti dannosi dell’alcol.
Diffusione
Oltre a vagheggiare serate di spensieratezza e follia, la vittima delle drunkoressia è attenta al mantenimento della linea, lavorando per molte ore in palestra pur di mantenere un fisico smagliante nonostante i gravi eccessi. La drunkoressia, pur non molto conosciuta, ha avuto una diffusione rapidissima: dai giovani statunitensi la moda si è propagata nel resto del mondo; per questo motivo meriterebbe spazi informativi più ampi e campagne continue di sensibilizzazione.
La riflessione
Coniare nuovi termini (spesso anglosassoni), inoltre, per evidenziare una malsana abitudine, sia di comportamento in senso stretto sia alimentare, sembra quasi certificarla (e dare corpo alla moda) anziché reprimerla. La situazione è grave, con tutte le conseguenze fisiche e mentali che tali abitudini dissennate possono causare. Si tratta, quindi, di non sottovalutare il fenomeno e di correre immediatamente ai ripari, contattando gli specialisti del caso e domandarsi, per l’ennesima volta, come queste aberranti tendenze possano nascere e sussistere e chi vi contribuisca in una perversa malafede.