Lo sterco di alcuni animali si è rivelato un’ottima fonte di cellulosa per la produzione di carta e potrebbe essere un degno sostituto lì dove scarseggiano gli alberi. E’ questo il parere di alcuni scienziati che ritengono di aver trovato un metodo di produzione economico ed ecologico per la carta che offre tra l’altro il vantaggio di non sprecare proprio nulla.
La nuova idea è nata a Creta dove Alexander Bismarck, dell’Università di Vienna, ha notato delle capre che mangiavano erba secca nel piccolo villaggio dove era in vacanza. Ha pensato così che quel materiale di scarto, vegetale e parzialmente digerito, doveva per forza contenere cellulosa.
Come ha dichiarato:
“Gli animali mangiano biomassa di basso grado contenente cellulosa, la masticano e la espongono agli enzimi e agli acidi nello stomaco e quindi producono letame. A seconda dell’animale, fino al 40% di quel letame è cellulosa, che è quindi facilmente accessibile”.
Di conseguenza, ha dedotto lo scienziato, molta meno energia e meno trattamenti chimici dovrebbero essere necessari per trasformare questo materiale, parzialmente digerito, in nanofibre di cellulosa rispetto invece ad iniziare dal legno grezzo.
Ha iniziato dunque a lavorare insieme al suo team, prima sul letame di capra e poi su sterco di cavallo, mucche e infine elefanti.
Non manca certo la materia prima, sottolineano i ricercatori, i parchi in Africa ospitano centinaia di elefanti che producono tonnellate di letame ogni giorno, ci sono poi gli allevamenti di bovini negli Stati Uniti e in Europa che anch’essi producono montagne di sterco.
Foto: Kathrin Weiland
Come si produce la carta dalla cacca
Il letame viene trattato con una soluzione di idrossido di sodio. Questo rimuove parzialmente la lignina, che può essere utilizzata successivamente come fertilizzante o combustibile, così come altre impurità presenti nel letame comprese le proteine e le cellule morte. Per rimuovere completamente la lignina e produrre pasta bianca per la produzione della carta, il materiale deve essere sbiancato poi con ipoclorito di sodio.
La cellulosa purificata richiede poca o nessuna macinatura per scomporla in nanofibre utili alla preparazione della carta, in contrasto con i metodi convenzionali.
Il progetto è stato presentato alla riunione nazionale ed esposizione della American Chemical Society (ACS), la più grande società scientifica del mondo, e i ricercatori sono convinti che la carta prodotta a partire dallo sterco si potrà utilizzare in molti modi ad esempio come rinforzo di altri composti, nei filtri per la pulizia delle acque reflue e non si esclude anche per scrivere.
I ricercatori stanno ora studiando se il processo possa essere reso ancora più sostenibile, producendo prima il biogas dal letame e poi estraendo le fibre di cellulosa dal residuo.
Source: greenme.it