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Ogm in Italia: l’Ue impone di eliminare il divieto di coltivazione

25 settembre 2017

Ogm In italia

Ogm in Italia: presto potranno essere nuovamente coltivati? Lo scorso 13 settembre, la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato illegittimo un decreto interministeriale con cui si vietava la coltivazione di organismi geneticamente modificati nel nostro Paese.

La decisione è arrivata nell’ambito della vicenda giudiziaria di Giorgio Fidenato, agricoltore friulano che aveva deciso, diversi anni fa, di coltivare una variante geneticamente modificata di mais. Una decisione presa senza le dovute autorizzazioni.

Ora gli organismi comunitari sembrano dare ragione a Fidenato, ma la vicenda non è così chiara. Ecco cosa sta succedendo.

Ogm in Italia: il divieto di coltivazione nel 2013

Il decreto interministeriale annullato dalla Corte di Giustizia si riferiva nello specifico alle coltivazioni di mais Mon810, brevettato dalla Monsanto.

La legge si era resa necessaria in seguito a una serie di episodi avvenuti tra il 2009 e il 2010 in Friuli-Venezia Giulia. Qui, Fidenato ha iniziato infatti la semina del mais ogm, in alcuni campi di sua proprietà. Un’attività che avrebbe poi causato la contaminazione dei campi circostanti. Secondo il Corpo Forestale, infatti, i terreni adiacenti risultavano contaminati da “inquinamento genetico” fino al 10%.

Dopo una serie di interventi, anche da parte di Organizzazioni no profit come Greenpeace, i campi dell’agricoltore sono stati posti sotto sequestro. FIdenato era stato inoltre condannato a pagare una multa di 25mila euro.

Decisione a cui il coltivatore si è opposto, dando il via nel 2011 a una battaglia legale, che è arrivata fino alla Corte di Giustizia europea. Una battaglia che l’imprenditore agricolo ha proseguito anche in campo.

Nonostante l’assenza di un’autorizzazione, infatti, Fidenato ha continuato a piantare Mais ogm in Italia, sia nel 2012 che nel 2013. Attività che ha proseguito fino all’intervento definitivo del governo. L’allora Ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, insieme a Lorenzin e Orlando, firmarono infatti un decreto che poneva il divieto di coltivazione per il Mon810. La decisione fu giustificata dai rischi che gli ogm avrebbero posto alla biodiversità.

La decisione dell’Ue

Il 13 settembre scorso è arrivata infine la sentenza della Corte di Lussemburgo che ha dato ragione all’agricoltore, dichiarando illegittimo il divieto di coltivazione di mais ogm in Italia.

Le autorità comunitarie sostengono che “non vi erano nuove prove scientifiche a supporto delle misure di emergenza richieste”, che hanno poi portato al divieto.

La Corte si è però spinta oltre, sostenendo l’illegittimità del principio di precauzione: «Il principio di precauzione, che presuppone un’incertezza sul piano scientifico in merito all’esistenza di un certo rischio, non è sufficiente per adottare tali misure».

Per poter vietare gli Ogm in Italia, dunque, si dovrebbe dimostrare con certezza la loro nocività.

Ogm in Italia: non è detta l’ultima parola

Secondo Coldiretti, non si dovrebbe però dare per scontata la reintroduzione delle coltivazioni Ogm in Italia. Le ragioni possono essere raccolte in tre punti.

Innanzitutto, esiste una direttiva europea del 2015 che dà la possibilità agli Stati membri di limitare o vietare del tutto le coltivazioni di ogm sul proprio territorio. Direttiva che supera, già di per sé, il decreto interministeriale italiano del 2013.

In secondo luogo, il 76% dei cittadini italiani è contrario all’introduzione del biotech nei campi.

Infine, esiste una volontà istituzionale molto forte nel tutelare il Made in Italy. Punto, quest’ultimo, sostenuto con forza da Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti:

«Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy».

Source: suoloesalute.it

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