I miei genitori hanno sempre svolto dei lavori fisici, mentre io ho quasi sempre fatto lavori d’ufficio, o comunque legati all’uso del PC. Siamo un caso tutt’altro che raro, direi. So benissimo che ogni lavoro è diverso e richiede sforzi di tipo diverso, ma ammetto che mi faccio sempre degli scrupoli a dire ai miei che il mio lavoro mi stanca. Intendo, fisicamente. Com’è possibile – mi hanno detto a volte – non stai seduta tutto il giorno? Sì, sto seduta tutto il giorno, eppure la sera mi sento stanca. Perché?
Ho scoperto che ci sono risposte precise a questa domanda, e nessuna di queste è “perché sei pigra” o “perché ti lamenti per niente”, per fortuna. In realtà le ragioni sono scientifiche e perfettamente spiegabili.
Innanzi tutto esiste lo stress mentale, che ha conseguenze molto concrete sul corpo. Il Dr. Steven Feinsilver, del Lenox Hill Hospital, ha spiegato che la sensazione di fatica fisica può derivare da qualsiasi attività mentalmente impegnativa, come ad esempio scrivere testi complessi e risolvere lunghi problemi di matematica. Questo succede perché il cervello, pur costituendo attorno il 2% di un corpo adulto, utilizza circa il 20% della sua energia tra ossigeno e consumo calorico. Quando non li mettiamo sotto sforzo esercitando un’attività fisica intensa, i nostri muscoli consumano molto poco del nostro ossigeno. Al contrario, il cervello è come un processo – per così dire – sempre settato sull’alto consumo, ancora più alto nei casi in cui gli chiediamo uno sforzo. In altre parole, anche usare il cervello è uno sforzo muscolare fisico, anche se è invisibile all’esterno.
C’è di più. Secondo lo psicologo clinico Dr. Curtis Reisinger, del Zucker Hillside Hospital, a causarci stanchezza fisica può essere anche la stanchezza altrui. Come lo stress, la stanchezza è contagiosa, e un ambiente di lavoro in cui siete a contatto – fisico o telematico – con persone molto stanche o che si lamentano spesso della loro stanchezza, causa stanchezza a sua volta. Questo accade anche perché il nostro cervello, senza che ce ne rendiamo conto, anticipa le sensazioni.
Questo lo dice uno studio condotto da Lisa Feldman Barrett, direttrice del Dipartimento Interdisciplinare di Scienze Affettive alla Northeastern University’s, che ne ha parlato nel libro How Emotions Are Made: The Secret Life of the Brain. “Le emozioni non sono la nostra reazione al mondo”, dice Barrett, “ma un modo per trovare un significato a quanto accade nel nostro corpo in relazione al mondo”. Lo studio ha dimostrato che il cervello si serve in larga parte dei ricordi del passato per generare le emozioni, che quindi vengono anticipate e suscitano reazioni fisiche molto prima che noi ce ne accorgiamo. Mentre lavoriamo, quindi, la nostra mente si prepara alle varie possibilità negative: ritardo nelle consegne, dover correre per recuperare altro lavoro, ore di sonno perse per iniziare prima, ore di sonno che si perderanno per finire, eventualità del fallimento e così via. Mentre noi siamo fermi, la mente corre da uno scenario all’altro e si prepara per tutti, il che può essere particolarmente faticoso se per esempio si è di natura ansiosa.
Insomma, forse io mi stanco in modo diverso dai miei genitori, ma non è una stanchezza meno legittima e, soprattutto, non è meno stanchezza. Anzi, siccome è più facile ammalarci nei periodi di affaticamento mentale che fisico, è meglio non sottovalutarla e prenderci cura di noi. Ricordatevi però che, secondo gli studiosi, i modi migliori per reggere a questo tipo di stanchezza sono bere molta acqua e dormire bene. Che sì, viene più facile quando ci si stanca fisicamente, che non mentalmente.
Source: freedamedia.it