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M5S, Conte “No alla diarchia con Grillo, non faccio il prestanome”

M5S, Conte “No alla diarchia con Grillo, non faccio il prestanome”
28 giugno 2021

ROMA (ITALPRESS) – “A Beppe Grillo dico che non ne faccio una questione personale e non ho mai chiesto pubbliche scuse, a differenza di quanto è stato scritto. Lui sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui, riconosco il grande carisma ma non possono esserci ambiguità. Spetta a lui decidere se essere generoso che lascia crescere in autonomia o un genitore padrone”. Lo ha detto l’ex premier Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa dopo le tensioni dei giorni scorsi con il garante del M5S.
“Rilasciai una dichiarazione agli amici dei 5 Stelle: io ci sono e ci sarò, fu una naturale manifestazione di affetto e riconoscenza. Pochi giorni dopo Grillo mi chiese di diventare capo del M5S. Rifiutai una investitura dall’alto e non condivisa perchè credevo fosse una operazione inadeguata”, ha spiegato Conte.
“Non possono esserci mediazioni, occorre una leadership forte, non può esserci una leadership dimezzata o un prestanome e in ogni caso quel prestanome non potrei essere io”, ha sottolineato l’ex premier.
“In 4 mesi ho risolto le ambiguità create con Rousseau, ho elaborato uno statuto, ho previsto una carta dei principi e valori – ha proseguito -. Consegnerò domani mattina questi documenti a Grillo e Crimi, costituiscono le imprescindibili condizioni del mio impegno personale”.
“Ho sempre detto che non mi sarei mai prestato a una mera operazione di facciata, al M5S serve un cambiamento – ha detto Conte -. Per suscitare nuovamente le capacità di sogno, rilanciare la capacità rivoluzionaria occorre proiettare lo sguardo in avanti. Dobbiamo cambiare noi se vogliamo cambiare la società. Alla comunità del MoVimento dico: non resti spettatrice passiva di questo processo, chiedo di partecipare e di esprimersi al più presto con il voto. Non mi accontenterò di una risicata maggioranza. A queste condizioni ci metterò tutta l’anima che ho”, ha aggiunto l’ex premier, per il quale “una diarchia non sarebbe funzionale”.
(ITALPRESS).

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