ROMA (ITALPRESS) – Conflavoro Pmi ha inviato nei giorni scorsi una richiesta formale al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, affinchè fornisca una interpretazione estensiva dell’ultimo Dpcm così da permettere alle persone di recarsi, in zona rossa, fuori dal proprio comune al fine di raggiungere tutti gli esercizi commerciali limitrofi e non solo quelli di generi alimentari.
“Parrucchieri, ferramenta, meccanici – spiega il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco – sono solo alcuni degli esempi più lampanti di attività che vengono colpite sotto il profilo economico da un provvedimento non del tutto chiaramente esplicito. L’ultimo Dpcm, e così i prossimi, secondo noi ha bisogno urgente di una interpretazione in senso uniforme e permissivo, su tutto il territorio nazionale, relativa agli spostamenti concessi per raggiungere qualsivoglia attività commerciale”.
“Conflavoro ha ribadito al ministro la situazione di migliaia di imprese, spesso site in territori molto circoscritti, le quali, formalmente aperte anche nelle zone rosse, si ritrovano senza aiuti dallo Stato proprio perchè aperte ma, paradossalmente, senza clientela e quindi con incassi vicino alle zero poichè le persone non possono muoversi dal proprio comune limitrofo”, sottolinea Capobianco.
“Il punto, come ormai noto, è che alcuni prefetti stanno già optando per una interpretazione estensiva del Dpcm. Questo, lo ribadiamo, ci trova d’accordo, ma ora urge che sia lo stesso ministro a fornire indicazioni univoche in tal senso per tutta Italia. Non va assolutamente creata ulteriore disarmonia di alcun genere nel Paese – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – ma l’assenza di una interpretazione uniforme ed estensiva degli spostamenti previsti dal decreto sta andando proprio in questa ottica, cioè verso nuovi problemi di diritto e sostanziali i quali, in un momento delicato come il presente, riterremmo opportuno voler scongiurare. L’economia e la libera concorrenza si tutelano anche e soprattutto così in un periodo drammatico del genere”.
(ITALPRESS).
“Parrucchieri, ferramenta, meccanici – spiega il presidente di Conflavoro, Roberto Capobianco – sono solo alcuni degli esempi più lampanti di attività che vengono colpite sotto il profilo economico da un provvedimento non del tutto chiaramente esplicito. L’ultimo Dpcm, e così i prossimi, secondo noi ha bisogno urgente di una interpretazione in senso uniforme e permissivo, su tutto il territorio nazionale, relativa agli spostamenti concessi per raggiungere qualsivoglia attività commerciale”.
“Conflavoro ha ribadito al ministro la situazione di migliaia di imprese, spesso site in territori molto circoscritti, le quali, formalmente aperte anche nelle zone rosse, si ritrovano senza aiuti dallo Stato proprio perchè aperte ma, paradossalmente, senza clientela e quindi con incassi vicino alle zero poichè le persone non possono muoversi dal proprio comune limitrofo”, sottolinea Capobianco.
“Il punto, come ormai noto, è che alcuni prefetti stanno già optando per una interpretazione estensiva del Dpcm. Questo, lo ribadiamo, ci trova d’accordo, ma ora urge che sia lo stesso ministro a fornire indicazioni univoche in tal senso per tutta Italia. Non va assolutamente creata ulteriore disarmonia di alcun genere nel Paese – conclude il presidente di Conflavoro Pmi – ma l’assenza di una interpretazione uniforme ed estensiva degli spostamenti previsti dal decreto sta andando proprio in questa ottica, cioè verso nuovi problemi di diritto e sostanziali i quali, in un momento delicato come il presente, riterremmo opportuno voler scongiurare. L’economia e la libera concorrenza si tutelano anche e soprattutto così in un periodo drammatico del genere”.
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