Oggi esistono (giustamente) limitazioni e proteste sull’impiego degli animali nei circhi, ma sapevate che proprio gli animali al circo hanno contribuito a emancipare l’immagine della donna?
Era la fine del 1910 e le donne iniziavano a uscire dalle cucine, anche se la società non ne era entusiasta. Alcune stavano avendo successo nei circhi proprio in qualità di domatrici, perché al pubblico piaceva il contrasto tra il loro aspetto delicato e la pericolosità (supposta) degli animali. Ma nessuna è mai riuscita ad eguagliare la fama di Mabel Stark, la più famosa domatrice di tigri della storia.
Si sa poco della vita privata di Mabel, ma quello che si sa è troppo bello, cioè che ha fatto l’infermiera finché un giorno non si è detta “al diavolo, vado a domare le tigri, mi sembra più facile”. Immagino che qualsiasi infermiera abbia avuto questo pensiero almeno una volta, solo che lei l’ha fatto davvero.
Mabel era perfetta per il circo, in quanto era piccola, bionda, riccia e folle il giusto. Perché bisogna essere almeno un po’ folli per mettersi in testa di domare branchi di decine e decine di tigri, giusto? Solo che Mabel non utilizzava l’approccio aggressivo dei domatori uomini, che antagonizzavano l’animale sfidandolo con la forza bruta, lei con le tigri ci parlava. In un’intervista del 1918 per il Los Angeles Herald, disse: “Le tigri amano solo chi ha una volontà più forte della loro”.
Lei questa volontà ce l’aveva, più di chiunque altro, perché i risultati che ottenne non vennero eguagliati da nessun contemporaneo, maschio o femmina. Fu la prima a riuscire a domare una tigre adulta e in un suo famoso numero arrivò a coreografare 16 (alcuni dicono 20) tigri tutte insieme, facendo comporre loro una piramide altissima e lasciando che l’ultima le saltasse proprio sopra la testa. Wow.
Il personaggio pubblico di Mabel intrigava il pubblico e i giornalisti ci andavano a nozze. Raccontavano di quando la vedevano in giro per le città con una piccola tigre a guinzaglio, o enfatizzavano i suoi incidenti sul lavoro per far sembrare che fosse appena scampata alla morte.
Nel 1925 il circo per cui lavorava, il Ringling Bros. and Barnum & Bailey, eliminò i felini della giungla dai suoi numeri e Mabel dovette cominciare a lavorare coi cavalli, coi quali però non andava altrettanto d’accordo. Tre anni dopo, a seguito di un brutto incidente, si prese una pausa durante la quale si dedicò cinema, comparendo in pellicole come Non sono un angelo con Mae West. Dopo quasi quarant’anni nel settore, la vita della circense iniziò a stancarla, ma continuò a lavorare come addestratrice tenendo spettacoli più leggeri in una fattoria californiana, dove continuò a coreografare i grandi felini fino a sessant’anni.
Negli anni delle lotte delle suffragette, Mabel e le altre “ragazze del circo” contribuirono a cambiare l’idea delle donne nell’immaginario collettivo. Non più creature fragili e delicate, ma atlete intrepide e spericolate. Soprattutto, con una volontà più forte di una tigre.
Source: freedamedia.it