Si è celebrata il 3 marzo la “Giornata mondiale delle specie selvatiche”, che quest’anno per la prima volta ha avuto come tema “La vita sott’acqua: per le persone e il pianeta”, in linea con l’obiettivo 14 – Life under water dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 da 193 Stati membri dell’Onu.
A scegliere l’argomento sono stati il Segretariato della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (United Nations development programme, Undp) per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità e sui valori della fauna marina nella vita di tutti i giorni.
Gli oceani, minacciati dall’inquinamento (soprattutto di plastica, oggi se ne stimano 165 milioni di tonnellate) e sovrasfruttati, “regolano il nostro clima, producono metà dell’ossigeno che respiriamo, forniscono nutrimento per oltre tre miliardi di persone e assorbono il 30% di anidride carbonica dell’atmosfera e il 90% del calore generato dai cambiamenti climatici” ha ricordato Abdoulaye Mar Dieye, segretario generale aggiunto dell’Onu e direttore dell’ufficio per la politica del programma dell’Undp.
David Morgan, del Segretariato della Cites, sottolinea che “tutte le balene e i delfini, le tartarughe marine, i cavallucci marini, molte specie di coralli e sempre più specie di squali sono stati messi sotto protezione dalla Cites”, ricordando che la Convenzione regola l’equilibrio fra uso sostenibile e commercio internazionale per la pesca, impegnandosi a garantire che “il commercio di specie marine elencate nella Convenzione sia legale, sostenibile e tracciabile”.
Source: lanuovaecologia.it