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Vino vegano. Settore in crescita ma manca ancora regolamentazione nazionale ed europea

1 marzo 2017

vinoLa certificazione dei vini vegani è ancora priva di regolamentazione, europea e nazionale, ma il settore è in crescita: nel 2016 le richieste di certificazione VeganoOk, marchio di autocertificazione riconosciuto dall’Associazione Vegani Italiani, da parte di aziende vitivinicole sono aumentate del 35% rispetto all’anno precedente, così come aumentate le richieste per le etichette di vini vegani, privi cioè di stabilizzanti e chiarificatori di origine animale.

Vini vegani in crescita «Si parla di un centinaio di cantine – precisa Paola Cane, curatrice del Rapporto “In vino vegan” -. E’ un mercato ancora di nicchia ma l’aumento delle domande di certificazione è un significativo indice di un cambiamento che si sta verificando in Italia. Nell’industria alimentare i cambiamenti si sono già registrati nelle linee produttive, il comparto enologico è più lento nel cogliere una istanza salutistica forte ma anche nel vino il cambiamento riguarda un po’ tutto il settore, da Nord a Sud. In termini di listini – sottolinea ancora la responsabile dell’Osservatorio – i prezzi al consumatore sono in linea, mentre la differenza c’è per le bottiglie bio e da viticoltura biodinamica».

L’Italia dei vini vegani Le aziende vitivinicole certificate VeganoOk hanno sede principalmente in Toscana 28%, Abruzzo 20% e Piemonte 17%, con una buona presenza di vini del Trentino e della Sicilia. I chiarificanti incidono su tre aspetti: a livello tecnologico, l’albumina come coadiuvante non è ammessa così come sono proibiti caseina, colla di pesce, gelatine animali. «Poi – precisa ancora la responsabile dell’Osservatorio, Cane – ci sono i parametri legati al packaging, col divieto di utilizzo di colle di origine vegan, e poi c’è uno stimolo alla coltura consumo consumo. Non si può pensare di produrre vino vegano e poi consigliare in retroetichetta l’abbinamento con carne e selvaggina». Le denominazioni di appartenenza delle etichette certificate, si legge infine sul Rapporto, sono 54% IGT, 17% DOC/DOP e 1% DOCG. E il 45% circa delle etichette che riportano la scritta vegan, posseggono un’altra certificazione o un riferimento a metodi naturali o biodinamici. Lo standard più diffuso è sicuramente quello biologico, con il 26% circa delle etichette di vino vegan certificato anche bio; le etichette certificate Demeter ricoprono un’altra interessante quota così come quelle che riportano la dicitura “naturale” o “biodinamico”.

Source: agricultura.it

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