La buona comunicazione
- essere diretti – niente premesse, niente ripetizioni. Non definire le cose, non porre domande manipolatorie, non dare sentenze, dire solo l’essenziale. La comunicazione più è leggera, più è efficace.
- non cominciare con IO – evitare di parlare di se stessi in questo modo si hanno meno punti di vista da difendere.
- eliminare gli obiettivi – escludere dalla conversazione il valore aggiunto materiale e morale, questo toglie aggressività alle parole. L’altro ascolterà senza difendersi e proverà piacere.
- dare sempre un inizio e una fine ai discorsi – ogni argomento o frase è una storia diversa, si apre e si chiude.
- abolire la nostra storia – niente opinioni, niente schemi. Parlare come se fossimo “nessuno”. Apre alla purezza comunicativa.
- il silenzio dà più senso alle parole – senza il silenzio non può esistere la comunicazione, dall’ascolto del nostro silenzio si originano nuove parole.
- parlare al presente – esistiamo so nel qui e ora, la parola diventa consapevole.
- non parlarsi addosso – non si concentra la comunicazione su: sto male, sto benissimo, sono allegro, sono depresso.
- ascoltare senza interrompere- si comprende meglio l’interlocutore, si comprende cosa l’altro cerca di comunicare e si riesce a dare risposte più consapevoli.
Maura Luperto