Una strage senza precedenti di elefanti, uccisi dai bracconieri per le loro zanne: le carcasse di 87 pachidermi sono state ritrovate vicino a una riserva in Botswana. A denunciare il fatto l’associazione Elephants Without Borders, citata dalla Bbc. Il Paese africano ha la più grande popolazione di elefanti del mondo e finora aveva evitato le uccisioni viste altrove grazie a un approccio spietato nei confronti dei bracconieri.
Con 130.000 elefanti, il Botswana è stato descritto come l’ultimo rifugio degli elefanti in Africa, mentre la caccia all’avorio continua a imperversare in tutto il resto del continente.
Secondo un censimento condotto nel 2015, nell’ultimo decennio è stato ucciso un terzo degli elefanti africani. Con picchi come quello registrato in Tanzania, dove il 60% degli elefanti è stato vittima dei bracconieri in cinque anni.
Il fatto che i bracconieri siano entrati anche in Botswana “in maniera così cruenta e letale dimostra che il bracconaggio ha raggiunto livelli di drammatica pericolosità” commenta il Wwf Italia. “La riserva del Delta dell’Okavango dove sarebbero stati avvistati dal cielo i resti degli elefanti uccisi è un vero e proprio santuario per gli ultimi pachidermi africani – rileva il Wwf – In un secolo abbiamo perso più del 90% degli elefanti e quelli che rimangono vanno protetti con assoluta determinazione. Colpisce la notizia che la squadra anti bracconaggio del Botswana sia stata recentemente disarmata, rendendo più difficile fronteggiare veri e propri eserciti di criminali organizzati e armati pesantemente per far strage di elefanti e arricchire il traffico di avorio”.
Ogni anno, ricorda l’associazione ambientalista, il bracconaggio uccide circa 20.000 esemplari di elefanti africani a causa del commercio illegale di avorio, alimentato dalla criminalità organizzata globale e incrementato dalla grande domanda proveniente dai paesi asiatici. Solo negli ultimi dieci anni, gli elefanti africani sono diminuiti di oltre il 20%
Source: lanuovaecologia.it