I lavori, durati 6 mesi, hanno previsto la revisione conservativa e la disinfestazione sotto la sorveglianza della Soprintendenza archeologica, Belle arti e Paesaggio di Napoli. Un restauro iniziato dallo studio dell’archivio storico del museo, nel quale sono stati trovati i disegni originali del principe Gaetano Filangieri, con le indicazioni della finitura e della cromia superficiale originale. Il portone in legno di castagno con inserti in ghisa a forma di fiore quadribolato era ricoperto da strati di vernice a smalto e da stucchi preparatori a base di colle e sintetici che ne alteravano l’aspetto originario. Il presidente regionale del Fai, Maria Rosaria De Divitiis, evidenzia come l’iniziativa “e’ un segnale di attenzione che sancisce un rapporto di collaborazione e rende ancora piu’ visibile il recupero avviato da qualche anno per questo scrigno di storia e arte che per tanto tempo e’ stato chiuso e non fruibile”. “E’ un piccolo passo nel percorso ancora lungo per il recupero completo di questa istituzione – spiega il direttore del Filangieri, Gianpaolo Leonetti – da tre anni a questa parte comunque siamo diventati vivi. Il 2016, primo anno di riapertura, abbiamo avuto circa 7mila visitatori, un buon risultato se si pensa che 16 anni fa, quando il museo chiuse, si raggiungevano i 6.500. Siamo partiti con il piede giusto pero’ per crescere ancora di piu’ abbiamo bisogno di 30mila visitatori circa la anno”. Il museo nacque alla fine dell’800 per volonta’ del principe Gaetano Filangieri, che sistemo’ nel quattrocentesco Palazzo Como la sua raccolta di dipinti, armi e porcellane, dotandolo anche di una ricca biblioteca e di un importante archivio.
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