CATANIA (ITALPRESS) – Sono 12 le persone indagate dalla Procura di Catania per l’inquinamento del fiume Alcantara. Nell’ambito delle attività di tutela dell’ambiente marino e costiero del Corpo delle Capitanerie di Porto, i militari della Guardia Costiera di Riposto e Catania hanno, infatti, portato a termine un’indagine per la salvaguardia delll’ecosistema del Fiume Alcantara le cui acque, come è noto, sfociano direttamente in mare. Sono stati notificati i provvedimenti di avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 12 persone indagate a vario titolo – e in concorso morale e materiale tra loro – per i reati di inquinamento ambientale, smaltimento illecito di rifiuti, getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato di cosa pubblica, falso ideologico commesso da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, omissione d’atti d’ufficio e depistaggio. I provvedimenti hanno riguardato, oltre all’ex primo cittadino Giuseppe Intelisano, diversi dipendenti pubblici del Comune di Calatabiano, sia di livello dirigenziale che esecutivo, in forza e operanti in seno allo stesso Comune, consulenti tecnici di parte e legali rappresentanti delle Società che, nel corso degli anni, erano incaricate di gestire gli impianti di depurazione a servizio del Comune di Calatabiano. Le attività info-investigative e tecniche con un consulente tecnico nominato dalla Procura hanno permesso di segnalare all’autorità giudiziaria gli indagati perchè, in esecuzione di un unico disegno criminoso, ciascuno nel proprio ruolo, avrebbero sversato deliberatamente e per anni, i reflui non adeguatamente depurati derivanti dagli impianti di depurazione del Comune di Calatabiano, tra l’altro privi di autorizzazione, cagionando la compromissione microbiologica e l’inquinamento delle acque del Fiume Alcantara e del Torrente Minissale. I pubblici ufficiali comunali, incaricati del servizio, omettevano di adottare tutte le azioni necessarie per garantire l’effettivo funzionamento degli impianti, pur consci che, in tale maniera, venivano immessi nel Fiume Alcantara – e quindi nelle acque del mare destinate alla pubblica balneazione – reflui che contenevano parametri di batteri fecali altissimi, ben oltre i limiti previsti per legge, provocando un serio rischio per la salute pubblica e l’ambiente. Particolarmente significativo sarebbe il tentativo di alcuni indagati di ostacolare e sviare l’indagine mediante espedienti e reiterate manomissioni ai due depuratori, alle condotte fognarie e all’impianto idrico comunale, per alterare gli esiti degli accertamenti in corso. Le indagini sono state coordinate dal Tenente di vascello, comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Riposto Francesca Natale.
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– foto Ufficio Stampa Guardia Costiera Catania –