Un’idea nata da tempo, sui cui le autorità sarde lavorano alacremente. Presto saranno resi noti i bandi per adottare 10 splendidi fari sardi, che per 50 anni saranno dati in affitto a privati, con le possibilità economiche di recuperarli e regalarli al loro antico splendore.
Il progetto Orizzonte fari fa parte del più ampio “Progetto di valorizzazione del patrimonio marittimo-costiero”.
“La Regione possiede beni di grande valore: vogliamo metterli in grado di creare reddito e occupazione. Siamo ben consapevoli che giocare questa partita significa dover affrontare complessità burocratiche e contenziosi, ma non si può continuare a tenerli bloccati come è stato fatto per troppo tempo, con il risultato di vederli trasformati spesso in ruderi abbandonati” ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru.
Ecco i fari che si potranno adottare e di cui a breve dovrebbero essere resi noti i bandi:
- vecchio faro di Razzoli (La Maddalena);
- faro di Punta Filetto – Isola di Santa Maria (La Maddalena);
- ex stazione di vedetta di Marginetto (La Maddalena);
- ex faro di Capo d’Orso (Palau);
- ex stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco);
- ex stazione semaforica di Capo Ferro (Arzachena);
- ex stazione di vedetta di Capo Fìgari (Golfo Aranci);
- ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa Teresa Gallura);
- ex stazione semaforica di Punta Scorno (Isola dell’Asinara);
- faro di Capo Comino (Siniscola), ancora in capo allo Stato.
I fari e le stazioni semaforiche messi a disposizione si trovano tutti in promontori o piccole isole, in zone dichiarate di pubblico interesse, a volte anche all’interno di Parchi e riserve nazionali o regionali oppure di aree marine protette e di siti di interesse comunitario. Essendo di proprietà pubblica sono soggetti a vincolo storico-culturale.
Non sono mancate infatti le polemiche e i timori per l’ambiente ma dal canto sua la Regione ha risposto:
“Questa iniziativa è perfettamente in linea con le nostre politiche ambientali. Naturalmente i bandi selezioneranno progetti vincenti, cioè rispettosi di tutti i principi della sostenibilità sia nel restauro che nella fruizione delle aree. Negli atti di concessione dovranno infatti essere contemplati impatti ambientali minimizzati, compresa la gestione dei rifiuti, e dovranno essere definiti alti standard di qualità ambientale per la fruizione dei beni resi accessibili, specialmente in quelli situati nei parchi nazionali e nelle aree marine protette” ha aggiunto l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano.
Source: greenme.it