Laura Biagiotti, stilista italiana famosa in tutto il mondo è morta a 73 anni, all’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove era ricoverata da mercoledì, a causa di un attacco cardiaco.
Laura Biagiotti nasce a Roma nel 1943. Cresce nel periodo del boom economico, che avrebbe poi portato alla nascita e al successo dei grandi marchi di moda italiani, come Valentino, Krizia, Missoni, Versace, Armani, e, appunto, Biagiotti. La madre, Delia Soldaini, possiede una sartoria in via Salaria, a Roma. È lì che Laura inizia a familiarizzare con i tessuti, i colori, le forme e gli stili. Le piacciono molto, ma decide ugualmente di studiare altro. Prova a diventare un’archeologa, ma alla fine la passione per la moda ha la meglio. A voler essere precisi quella di Laura per la moda non è tanto una passione, quanto invece una vocazione, come una sorta di destino inevitabile al quale non ci si può sottrarre. Non a caso, qualche anno più tardi, nel 1987, dirà: “essere una stilista è come prendere i voti. Una volta che li hai presi quella diventa la tua religione, per il resto della vita.” D’altra parte però Laura ha anche una visione molto rigorosa (e creativa) di quello che sarebbe diventato il suo lavoro, inteso come mestiere duro, che richiede disciplina e che può essere fatto davvero solo se non si smette mai di viverlo con gioia e voglia di sperimentare. Sempre durante un’intervista, rilasciata non molto tempo fa, ha detto:
Non si potrebbe fare un mestiere così duro e difficile se non ci fosse una grande componente di gioia, di sperimentazione continua. Sarebbe insopportabile, non solo da un punto di vista intellettuale, ma anche da un punto di vista fisico. È un gioco meraviglioso, che si può fare fino a che ci si diverte.
Così, dopo aver abbandonato la strada dell’archeologia, decide di aiutare la madre a gestire il suo negozio. Viaggia molto, va soprattutto negli Stati Uniti, e inizia presto a lavorare. Nel 1966, a soli 23 anni, realizza la sua prima collezione per Schubert, e successivamente lavora per Roberto Capucci e Rocco Barocco. Nel frattempo si sposa con Gianni Cigna, e insieme fondano la Biagiotti Export, nata apposta con l’obiettivo di esportare le creazioni di Laura.
Ma la vera svolta arriva nel 1972, quando Laura e il marito hanno un’intuizione importante: decidono di iniziare a produrre anche un materiale tessile fondamentale. Acquistano, a Pisa, il maglificio McPherson e da lì in poi il cachemire diverrà un tessuto quasi costantemente presente nelle collezioni Biagiotti, al punto tale che il New York Times, nel 1991, la soprannominerà “regina del cashmere.” Quello stesso anno Laura presenta la sua prima collezione, a Firenze, composta di pochi capi, rappresentativi però in modo chiaro di quello che sarà poi il suo stile: abiti molto femminili, delicati, definiti “da bambola”, di colori chiari, spesso bianchi, perché il Bianco era in assoluto il suo colore preferito.
Da qui ha inizio ufficialmente la storia del marchio Biagiotti e del suo successo in giro per il mondo. Nel 1988 Laura è la prima stilista italiana a sfilare in Cina, a Pechino. Di quell’esperienza racconterà che tutti le si rivolgevano al maschile: “Mi chiamavano signor Biagiotti, perché per loro non era concepibile che fossi una donna”. E aggiunge “però, anche adesso che sono Cavaliere del Lavoro non è che la cosa cambi: non esiste la versione al femminile.”
Ma quello di Cavaliere del Lavoro non è l’unico titolo o riconoscimento che Laura riceve durante la sua brillante carriera. Nel 1992, a New York, riceve il premio “Donna dell’anno”. Dopo essere stata la prima stilista donna a sfilare in Cina, nel 1993, riceve a Pechino il Trofeo Marco Polo. Nel 1995 invece è la prima stilista italiana a portare una sua sfilata a Mosca, al Cremlino. E questo è solo l’inizio perché, negli anni successivi, riceverà un Leone d’oro per la Moda durante il Festival di Venezia e addirittura vedrà celebrati i suoi 30 anni di carriera con un francobollo creato dalle Poste Italiane apposta per lei.
Nonostante tutti i viaggi comunque Laura non pensa mai di lasciare la sua città di origine, Roma, con la quale ha un legame profondo, al punto tale da dedicarle, nel 1988, un profumo. Va detto infatti che nel frattempo il Marchio Biagiotti aveva iniziato a produrre anche profumi. Roma di Laura Biagiotti è ancora oggi uno dei profumi più venduti al mondo.
L’amore di Laura per Roma incontra a un certo punto la sua passione per l’arte, facendole guadagnare l’etichetta di “mecenate”. Oltre a donare alla città un’importante serie di opere del futurista Giacomo Balla (proprietà della fondazione Biagiotti-Cigna), si impegna anche a contribuire al restauro di diversi monumenti, come la scalinata del Campidoglio, le fontane di Piazza Farnese e il Teatro la Fenice.
L’azienda ora resta nelle mani della figlia Lavinia, con la quale Laura aveva già iniziato a dirigerla nel 2005. Della moda pensava e diceva:
La moda è il migliore spettacolo della vita, che ognuno di noi recita inconsciamente fin dalla mattina. Ma è uno spettacolo d’arte e in quanto tale non è mai volgare. Attraverso un abito noi esprimiamo la nostra gioia di vivere, i nostri sentimenti, la nostra personalità e la nostra libertà.
Source: freedamedia.it